Ilva, il pm Capristo a giudizio con l'accusa di corruzione

Taranto, favori per aiutare gli amici. Insieme con l’ex procuratore alla sbarra pure l’ex commissario Laghi

Ilva, il pm Capristo a giudizio con l'accusa di corruzione

Un trattamento morbido nei confronti dell’Ilva per ricevere in cambio incarichi agli amici. Carlo Maria Capristo, dal 2016 al 2020 procuratore di Taranto, è stato rinviato a giudizio per corruzione in atti giudiziari. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe un sistema di amicizie, favori e potere che avvenivano tra Roma, Taranto e Trani.

Insieme a lui, a processo anche l’ex commissario dell’acciaieria in amministrazione straordinaria Enrico Laghi; il funzionario di polizia Filippo Paradiso e gli avvocati Giacomo Ragno e Pietro Amara. Per la procura, «Capristo, a fronte della garanzia di una gestione complessivamente favorevole dei numerosi procedimenti ed indagini in cui era coinvolta Ilva in amministrazione straordinaria, otteneva in cambio, da Laghi e Nicoletti, favori materiali quali lucrosi incarichi ad amici, segnatamente all'avvocato Giacomo Ragno».

Questa è l’ultima di una serie di «anomalie» curriculari del magistrato, dal maggio 2020 in pensione. Capristo è giunto alla procura ionica dopo aver guidato quella di Trani e aver collezionato un florilegio di flop ai danni delle tasche dei contribuenti e delle vittime della malagiustizia.
Ne sa qualcosa Luigi Riserbato, ex sindaco di Trani, finito per 45 giorni ai domiciliari nel 2014 e prosciolto dopo otto anni di indagini. Chi controfirmò la richiesta di arresto emessa dal pm Michele Ruggiero (tra le altre cose condannato a febbraio scorso in via definitiva in Cassazione per tentata violenza privata ai danni di alcuni testimoni)? Naturalmente Capristo. C’è la sua firma anche sulle indagini sui complotti delle agenzie di rating finite, dopo anni di titoloni e audizioni, nell’assoluzione piena di tutti gli imputati. E c’è la sua firma sull’inchiesta volta a dimostrare la correlazione tra vaccini e autismo. Inchiesta che fece contento soltanto il mondo dei no Vax e che finì in una bolla di sapone.

Come se non bastasse, Capristo, nel maggio 2020, è finito ai domiciliari per abuso d'ufficio e favoreggiamento. L’accusa? Aver tentato di pilotare alcune indagini provando a indurre una giovane pm della procura di Trani, Silvia Curione, a perseguire penalmente, senza che ci fossero i presupposti, una persona innocente. La Curione però ha denunciato tutto. Per fortuna, ogni tanto c’è un magistrato ligio al dovere e onesto.
Un altro magistrato, Savasta, a lungo collaboratore di Capristo, è stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari nell’ambito di un'inchiesta della procura di Lecce che ha messo in luce un sistema di corruzione a Trani. Sistema che ha portato all’arresto anche dell’ex gip Michele Nardi (sospeso dal Csm) e alla condanna a 4 anni dell’ex pm Luigi Scimè (anch’egli sospeso dal Csm). Le condanne sono state annullate per un vizio di competenza territoriale ma il processo è pronto a ripartire a Potenza. Insomma, la procura, all’epoca guidata da Capristo, era tutto fuorché una oasi di legalità. Nonostante ciò, il procuratore è riuscito a esser promesso alla guida della più importante procura di Taranto. C’è chi ipotizza che possa averlo aiutato più l’appartenenza alla corrente Unicost di Palamara che le sue doti professionali, ma non vi è certezza su questo. È indubbio invece che, se si va più indietro nel tempo, nel novero dei flop c’è da aggiungere l’inchiesta sull’incendio del teatro Petruzzelli di Bari. Sulla base della testimonianza di un malato terminale di Aids incapace di esprimere pensieri, venne arrestato l’ex gestore del teatro, Ferdinando Pinto, assolto completamente dopo 20 anni. Se questa è giustizia...

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Dott. Nicola Nicoletti, non è tra i soggetti rinviati a Giudizio dal GUP di Potenza all’esito dell’udienza preliminare del 14 marzo 2023. Il Dott.

Nicoletti, infatti, ha definito la sua posizione processuale già nella fase delle indagini preliminari, uscendo, ormai più di un anno fa, dal procedimento. La decisione del GUP di Potenza, pertanto, non lo riguarda in alcun modo, considerato che la stessa Procura della Repubblica di Potenza non ha mai neanche chiesto il suo rinvio a giudizio.”

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