La Procura della Repubblica di Milano vuole mettere agli arresti domiciliari Stefano Boeri, l'architetto-simbolo della Milano di Beppe Sala, l'inventore del famoso "Bosco Verticale" nonchè presidente della Triennale. E' questa l'ultima, fragorosa botta dell'offensiva che i pm guidati dal procuratore Marcello Viola stanno conducendo sul rito ambrosiano dell'Urbanistica, fatto di procedure accelerate e semplificate. Fin troppo semplificate, secondo le tesi che hanno portato la Procura a aprire una ventina di fascicoli di inchiesta su altrettante lottizzazioni che hanno moltiplicato le cubature.
Stavolta nel mirino dei pm non c'è una autorizzazione "facile" ma uno dei progetti più importanti sul fronte cultura della giunta di Sala: la Beic, la biblioteca internazionale di cultura destinata a sorgere sull'area di Porta Vittoria. Un progetto sontuoso, trentatremila metri quadrati di archivi, sale di lettura e quant'altro, e otto milioni di euro solo per la progettazione. Il caso esplode nell'agosto del 2022 quando il Giornale racconta di come la gara d'appalto per il progetto, che aveva visto la partecipazione di grandi nomi dell'architettura mondiale, era andata a una cordata capitana da professionisti strettamente legati a Boeri e all'altra archistar Cino Zucchi, che sedevano nella commissione aggiudicatrice e non resero noti - nè prima nè dopo - i rapporti con i vincitori: "nascondevano - si leggeva nell'avviso di garanzia notificato nell'ottobre del 2023 - la condivisione del medesimo ambiente di lavoro e la coincidenza di settori di interesse scientifico e didattico tra i commissari Boeri e Zucchi, professori ordinari presso il dipartimento di Architettura, e i candidati partecipanti Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi».
Dopo due anni di indagine scaturiti da quell'inchiesta giornalistica, la Procura sembrava decisa a chiedere il rinvio a giudizio di Boeri, Zucchi e degli altri indagati: a piede libero, come nelle altre inchieste sull'urbanistica. Invece qualcosa emerso negli ultimi tempi convince i pm della "pericolosità" dei due architetti, e scatta la richiesta di arresti domiciliari per Boeri e Zucchi, che verrà esaminata dopo l'interrogatorio di garanzia fissato per il 4 febbraio.
L'intreccio di rapporti tra Boeri e Zucchi e la cordata vincitrice era assai fitto, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, sono in forza al Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico insieme a Boeri e a un altro dei commissari, Cino Zucchi. In cordata con Lunati e Floridi per la parte di ingegneria c'è lo studio Sce, che ha realizzato insieme allo studio Boeri il grattacielo Rcs e la stazione di Matera e sta lavorando con lui a un progetto a Milano, il «Bosconavigli»: un progetto finito anch'esso nel mirino della Procura e costato a Boeri un secondo avviso di garanzia.
La pesante iniziativa della Procura contro Boeri investe in pieno anche il Comune di Milano, e non solo perchè Palazzo Marino è il maggiore azionista della fondazione Beic. Il problema è che l'assessore alla Cultura, grande committente del progetto, è Tommaso Sacchi, che era capo della segreteria di Boeri quando questi era assessore nella giunta Pisapia.
E quando il Giornale raccontò degli intrecci tra giuria e vincitori il Comune si precipitò a replicare con una lettera al quotidiano, «il Comune intende chiarire che lo svolgimento del concorso Beic è avvenuto nel pieno rispetto del bando e delle normative». Una replica talmente sollecita da essere finita anch'essa sotto la lente dei pm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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