"L'Italia rispetti il patto internazionale". L'Onu interviene sul caso Cospito

Dopo il rigetto del ricorso degli avvocati e la conferma del 41 bis della Cassazione, è l'Onu a intervenire chiedendo il "rispetto degli standard internazionali"

"L'Italia rispetti il patto internazionale". L'Onu interviene sul caso Cospito

Lo scorso 24 febbraio, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del pool difensivo di Alfredo Cospito sul 41 bis, confermando che l'anarchico dovrà continuare a saldare il suo debito con la giustizia nel regime di massima sicurezza previsto dall'ordinamento italiano. I legali di Cospito hanno annunciato ricorso alla Cedu e l'alto commissariato Onu per i diritti umani ha inviato allo Stato italiano la richiesta di applicazione di misure temporanee cautelative relative la detenzione dell'anarchico.

La notifica dell'Onu risale al 1 marzo e "il documento è stato notificato alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra e all'avvocato Flavio Rossi Albertini, che subito dopo il rigetto del ricorso per Cospito in Cassazione aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione diritti umani". Così spiegano con una nota l'avvocato Flavio Rossi Albertini e Luigi Manconi, presidente dell'associazione "A buon diritto". I due, inoltre, nel comunicato sostengono che "in attesa della decisione sul merito della petizione individuale presentata per Alfredo Cospito, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all'Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali", in particolare gli articoli 7 e 10 "del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito".

Lettera Cospito

Nei giorni scorsi è stata anche resa pubblica una lettera che l'anarchico ha vergato dal carcere di Sassari prima di essere trasferito in quello di Opera. "Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis, 750 persone lo subiscono senza fiatare", scrive l'uomo nella missiva, nella quale dichiara di non volersi dissociare da quanto accade all'esterno, invocando mancanza di una volontà associativa come tratto peculiare dell'anarchia. Un cavillo ideologico, quello di Cospito, che preferisce parlare di affinità. "Porterò avanti la mia linea fino alle estreme conseguenze, non per un ricatto ma perchè questa non è vita.

Se l'obiettivo dello Stato italiano è quello di farmi dissociare dalle azioni degli anarchici fuori, sappia che io ricatti non ne subisco da buon anarchico", scrive ancora Cospito. Ed è sul nodo dei ricatti che si gioca la battaglia, perché anche lo Stato italiano ha dichiarato a più riprese che non intendere cedere al ricatto della violenza di chi, fuori, si batte in nome di Cospito.

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