Sarebbe stato sottoposto per un decennio a vessazioni ed umiliazioni dalla persona che avrebbe dovuto prendersi cura di lui e dal marito di quest'ultima: approfittando di un momento di debolezza, sarebbero arrivati nel corso del tempo ad occupargli di fatto la casa che possedeva e prelevato in toto la pensione, concedendogli a quanto pare non più di 50 euro al mese per vivere. Protagonista della vicenda è un pensionato di 72 anni, ex-collaboratore scolastico residente nel modenese, maltrattato dalla badante e dal suo consorte, entrambi originari della Romania ed entrambi accusati di maltrattamenti e circonvenzione di incapace. Proprio nelle scorse ore peraltro, l'uomo è stato condannato con rito abbreviato a due anni e otto mesi di carcere dal tribunale di Modena e nei prossimi mesi sarà discussa anche la posizione della donna (che ha invece optato per il rito ordinario e dovrebbe tornare in aula il prossimo luglio).
Stando a quanto riportato dai media locali, tutto iniziò circa dieci anni fa, quando l'ex-bidello assunse la rumena per badare ai suoi genitori, ormai anziani. Nel giro di qualche anno tutti e due vennero a mancare ma la donna, facendo leva sullo stato d'animo del suo datore di lavoro e su quello che sembrava un rapporto di amicizia, riuscì a stabilirsi definitivamente nel suo appartamento, ottenendo il permesso di rimanervi e di portarvi anche il coniuge. E secondo l'accusa, fu solo il primo passo di un piano ben architettato: la coppia lo avrebbe raggirato, inducendolo ad intestare alla donna uno dei due appartamenti che l'anziano possedeva. Non solo: lei lo avrebbe convinto ad intestarle anche la pensione, oltre a girarle il tfr e a darle la possibilità di vendere il secondo immobile che lui possedeva (e che i rumeni avrebbero acquisito per una cifra irrisoria: poco meno di 10mila euro).
Spogliato di qualsiasi bene materiale, il settantaduenne viveva con 50 euro al mese: la somma che i presunti aguzzini gli concedevano, intascandosi il resto del sussidio che gli spettava. Non poteva nemmeno più utilizzare la sua abitazione a suo piacimento: i due gli intimavano di uscire di prima mattina e di non tornare prima di sera e così il pensionato era costretto a rifugiarsi in un casolare abbandonato privo di servizi igienici.
Versava quindi in una condizione di indigenza palese e in condizioni igienico-sanitarie pessime e ad accorgersene per prima sarebbe stata il suo difensore d'ufficio in un procedimento per guida in stato d'ebbrezza. E sarebbe stata proprio quest'ultima a far emergere l'intera storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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