"Marzia è stata torturata per la pensione": l'urina, le bruciature e l'umiliazione. Il racconto in aula

Prosegue il processo a carico degli imputati per l’omicidio di Marzia Capezzuti: in aula il racconto choc delle sevizie

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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Costretta a bere urina, ustionata con le sigarette, segregata in uno sgabuzzino. Sarebbe stata questa la vita per gli ultimi anni, prima di essere uccisa e abbandonata in un casolare, per Marzia Capezzuti, 29enne milanese che l’8 marzo 2022 sarebbe stata soffocata, mentre i suoi presunti aguzzini avrebbero continuato a percepire la sua pensione, 800 euro circa. I dettagli dell’orrore sono stati oggetto di una testimonianza al processo contro i due adulti imputati, Maria Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, mentre il figlio minore della coppia era stato già condannato a 16 anni dal tribunale dei minorenni.

La testimonianza choc

Non aveva un letto, era costretta a dormire e a mangiare per terra e, ogni volta in cui in casa veniva qualcuno, i Vacchiano la rinchiudevano in uno sgabuzzino. Tutti erano violenti con lei, soprattutto Barbara che le spegneva le sigarette sulla pelle e le urinava addosso. Marzia era persino costretta a bere la pipì”, ha spiegato, come riporta il Messaggero, la legale Stefania De Martino, addetta allo sportello anti-violenza Progetto Svolte di Pontecagnano Faiano.

La professionista sarebbe stata informata da una conoscente di Vacchiano e Noschese sulla situazione vissuta da Capezzuti. Questa conoscente era una cliente, che “mi chiamava ogni giorno, mi diceva che la situazione stava degenerando, che Marzia aveva provato a scappare ma che non poteva farcela perché i Vacchiano la massacravano di botte e, lei, fisicamente era distrutta”, ha aggiunto De Martino. Vacchiano sarebbe pefino arrivata a marchiare a fuoco Capezzuti con le proprie iniziali, BV.

La legale avrebbe contattato anche carabinieri e servizi sociali. Il caso è esploso a seguito della testimonianza di una figlia maggiorenne di Barbara Vacchiano che già aveva parlato di segregazione e torture, ribadendolo a “Chi l’ha visto?” oltre che agli inquirenti, dopo il ritrovamento del corpo di Capezzuti, in un casolare non frequentato della zona e all’oscuro dei proprietari dell’edificio. Alla trasmissione di Rai 3 era trapelato come Capezzuti sarebbe stata inoltre oggetto di violenza sessuale.

La vicenda

È il 2017 quando Marzia Capezzuti, dall’hinterland milanese, decide di trasferirsi a Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, per stare con il fidanzato Alessandro Vacchiano, fratello di Barbara morto per overdose alcuni mesi dopo. A seguito del decesso dell’uomo, la sorella avrebbe incolpato Capezzuti di ciò che era avvenuto e, alla denuncia di scomparsa dei genitori della 29enne, negato in più occasioni di averle fatto alcunché.

Ne sarebbero seguite quindi le torture, attestate anche da immagini in cui Capezzuti, che in precedenza era una giovane bella e sorridente, appare inespressiva o addirittura terrorizzata con il suo sguardo basso, con i capelli tagliati in maniera casuale, con

delle lesioni al volto. La figlia maggiorenne avrebbe saputo cosa era accaduto dal fratello minorenne, che in videochiamata le aveva spiegato, riferendosi a Capezzuti: "L'abbiamo soffocata".

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