"Me li sono trovati addosso". La versione della cronista che accusa Sara Giudice e Nello Trocchia

Difesa e accusa si danno battaglia: riflettori accesi su presunte tracce di droga dello stupro, video e testimonianza del taxista

"Me li sono trovati addosso". La versione della cronista che accusa Sara Giudice e Nello Trocchia
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Due versioni opposte, impossibili da sovrapporre. Il caso di presunta violenza sessuale denunciata da una cronista e che coinvolge i giornalisti Nello Trocchia (Domani) e Sara Giudice (ex La7 con futuro in Rai) risale al 29 gennaio del 2023, dopo una festa in un locale di Trastevere. La giornalista ha denunciato le effusioni a tre come abuso, aggravato dalla presunta somministrazione della droga dello stupro, mentre i due coniugi parlano di baci consenzienti. La Procura capitolina ha chiesto l’archiviazione – senza nemmeno sentire la presunta vittima – ma la denunciante si opporrà.

Come riportato dal Corriere, la battaglia tra difesa e accusa riguarda principalmente gli approfondimenti chimici, i video e la testimonianza del taxista. Per quanto concerne il Ghb, le analisi effettuate dall’Iss non hanno trovato tracce sospette, ma il legale della giornalista – l’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri – ha chiesto nuovi accertamenti, attraverso ad esempio l’analisi del capello. Poi ci sono dei video della festa, interpretati in maniera diametralmente opposta dalle parti. Una breve sequenza ritrarrebbe la denunciante scherzosa ma presente a se stessa una volta uscita dal taxi che riaccompagnava a casa i tre. Versione stroncata dalla difesa della giovane, che parla di ebbrezza alcolica.

La versione della cronista non lascia grandi margini di interpretazione e cozza con la ricostruzione fornita dalla Giudice al Fatto Quotidiano: "Ricordo che appena si sono chiuse le portiere (del taxi che li riaccompagnava a casa, ndr) mi sono ritrovata addosso Sara e Nello. Prima una, poi l’altro. Ricordo che mentre mi baciava Sara diceva 'quanto sei bella'. Ho avuto la sensazione che si fossero parlati come se fossi stata ingannata".

La questione centrale è la lucidità della presunta vittima e un altro capitolo di scontro riguarda la testimonianza del taxista.

La difesa sostiene che l’uomo avalla la versione del bacio innocente, mentre l’accusa pone l’accento sul passaggio in cui afferma che la giornalista era scossa: “La ragazza mi ha detto che non si aspettava una cosa del genere”. In più, il giorno dopo il taxista è stato contattato dalla presunta vittima con una lunga telefonata.

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