"Il ministro Piantedosi ha mentito". La Ong infanga il governo per difendersi

Dalla Ong che gestisce Mare Jonio piovono accuse di falsità sulla ricostruzione fornita dal ministro Matteo Piantedosi in parlamento durante il question time

"Il ministro Piantedosi ha mentito". La Ong infanga il governo per difendersi
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Le Ong le provano tutte per difendersi e infangare l'operato del governo Meloni e l'ultima sortita arriva da Mare Jonio o, meglio, dall'organizzazione Mediterranea Saving Humans che la gestisce. La nave si trova al momento sotto provvedimento di fermo amministrativo nel porto di Pozzallo, dove dovrà rimanere 20 giorni per aver violato il decreto Piantedosi. La violazione ha portato anche all'emissione di una sanzione di 10mila euro per l'organizzazione. Nella giornata di ieri, il ministro Piantedosi si è presentato in Senato per il question time e ha risposto nel merito anche sulla situazione della nave Ong, l'unica della flotta civile a battere bandiera italiana, per questo così preziosa per le Ong.

"Le persone presenti sul gommone incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio in atto da parte dell'unità libica, mettendo a repentaglio l'incolumità delle persone stesse", ha dichiarato il titolare del Viminale, spiegando che a quel punto diversi migranti hanno seguito le indicazioni della Ong, "per poi essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e in parte dal predetto gommone che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio". Ed è in questa fase, ha spiegato il ministro, "che risulterebbe che siano stati esplosi affettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio".

Ma quanto dichiarato in parlamento da un ministro della Repubblica, a detta della Ong, è "clamorosamente falso, come dimostrano le nuove immagini video che diffondiamo oggi". Il video è una breve clip di un minuto in cui l'immagine inquadra esclusivamente il gommone senza fornire una visuale sui dintorni. Via radio, Mare Jonio chiede alla Guardia costiera di non sovrapporsi alle operazioni. Il video, quindi, non è esaustivo della ricostruzione fornita dalla Ong. Nella sua nota, Mediterranea riferisce che la Guardia costiera libica "arriverà infatti, a grande velocità, soltanto venti minuti dopo l'inizio del soccorso, alle ore 17:00, quando il nostro Team ha già distribuito i giubbotti di salvataggio ai naufraghi e si sta apprestando a trasferire le prime persone sulla Mare Jonio".

L'organizzazione che dispone dell'unica nave con bandiera italiana, infatti, batte su questo punto per attaccare il governo, chiedendosi perché "non difende invece i naufraghi e i soccorritori che, con una nave battente bandiera italiana, sono stati bersagli e vittime di un deliberato attacco armato".

Accusa un ministro della Repubblica di "mentire sapendo di farlo", e questo "non solo per giustificare i provvedimenti punitivi di fermo amministrativo e sanzione pecuniaria contro la nostra nave Mare Jonio, ma anche e soprattutto per difendere l'ormai indifendibile collaborazione tra il Governo italiano e le milizie libiche".

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