Morte Martina Rossi, scarcerati i condannati. L'ira della famiglia

Luca Vanneschi ed Alessandro Albertoni, condannati in via definitiva per tentata violenza sessuale di gruppo a seguito della morte della giovane Martina Rossi, sono stati scarcerati: hanno da tempo ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali

Morte Martina Rossi, scarcerati i condannati. L'ira della famiglia
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Erano stati condannati in via definitiva a tre anni di reclusione per tentata violenza sessuale di gruppo ai danni di Martina Rossi, la ventenne genovese deceduta a seguito della caduta dalla terrazza dell'hotel di Palma di Maiorca nel quale alloggiava. Ma nelle scorse settimane sono a quanto sembra stati scarcerati: Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, dopo la semilibertà, sconteranno quindi la pena residua tramite affidamento in prova ai servizi sociali. Questo è quanto stabilito dal tribunale di sorveglianza di Firenze in due diverse udienze, secondo quel che riporta oggi la stampa toscana. La decisione del tribunale risale ai mesi scorsi, ma è stata resa nota solamente nelle scorse ore. I due condannati, oggi ultratrentenni, erano poco più che ventenni all'epoca dei fatti.

Era infatti il 3 agosto del 2011 quando Martina Rossi morì, dopo esser precipitata dal balcone dell'albergo nel quale soggiornava per una vacanza in Spagna. La giovane sarebbe caduta nel tentativo di sfuggire ad una violenza sessuale, come ribadito dalla Cassazione. Al termine delle indagini, Vanneschi ed Albertoni finirono a processo, per un procedimento chiusosi con una condanna definitiva poco più di un biennio fa. Inizialmente, stando a quanto emerso, Albertoni e Vanneschi scontavano la pena in carcere e potevano uscire solamente per lavorare, con l'obbligo di fare ritorno in cella. I rispettivi legali avevano però presentato un'istanza per mitigare la detenzione, chiedendo l'affidamento in prova. Una duplice richiesta che è già stata accolta da tempo: il giudice di sorveglianza avrebbe a quanto sembra accelerato i tempi per Vanneschi a causa di questioni familiari, dando parere positivo già lo scorso luglio.

E il mese scorso ha confermato la misura alternativa anche per Albertoni: tutti e due starebbero quindi osservando l'affido in prova presso un'associazione di volontariato e durante la notte hanno l'obbligo di non uscire. E termineranno di scontare la pena all'inizio del 2025. Un provvedimento, quello del tribunale di sorveglianza fiorentino, che i genitori della defunta non hanno affatto gradito. E lo hanno fatto presente, non risparmiando dure critiche. "Non hanno mai chiesto scusa, il minimo era che scontassero la pena in carcere - le parole riportate dall'Ansa di Bruno Rossi e Franca Murialdi, riferendosi ad Albertoni e Vanneschi - il giudice ha sbagliato a concedere l'affido perché è venuto a mancare, proprio per questo, il principio di resipiscenza necessaria in questi casi".

Una decisione che potrebbe infine creare precedenti, come lascia intendere la madre di Martina. "Così si dà solo il cattivo esempio ai giovani - ha concluso - loro non si sono mai pentiti".

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