La Procura di Vicenza ha chiesto l'archiviazione per il caso di Michele Merlo, il giovane cantante morto di leucemia fulminante due anni fa. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, non è stato possibile dimostrare il nesso di casualità, ossia se il giovane cantante - scomparso all'età di 28 anni - si sarebbe potuto salvare se il medico di base di Rosà, indagato nella vicenda, avesse immediatamente scoperto la malattia. Secondo quanto sostenuto dalla Procura vicentina, il medico non avrebbe capito che il 28enne – noto anche con il nome d’arte Mike Bird – era stato colpito da una leucemia, probabilmente fuorviato dalle parole dello stesso cantante. Il giovane, infatti, lamentava una contusione alla coscia, a suo avviso provocata nel corso di un trasloco.
Come evidenziato da TgCom24, nella memoria inviata alla Procura di Vicenza, il legale della famiglia di Michele Merlo aveva posto l’accento sui presupposti per l’esercizio dell’azione penale considerando la presunta condotta gravemente colposa del professionista. “Il trattamento del paziente sarebbe potuto iniziare già la mattina del 27 maggio”, ossia dieci giorni prima della prematura scomparsa del cantante noto per i suoi passaggi tra “X Factor” e “Amici”. Come rimarcato dai legali, la patologia – la leucemia promielocitica acuta – può sì causare il decesso di un malato in pochi giorni, ma può essere curabile se diagnosticata per tempo.
La notizia della richiesta di archiviazione della Procura di Vicenza arriva a poche settimane dai due anni dalla scomparsa di Michele Merlo. Recentemente la famiglia del cantante ha deciso di lasciare la cittadina di Rosà, sempre più ostile secondo il padre del giovane, Domenico Merlo. In particolare, la sindaca del Paese – Elena Mezzalira – lo avrebbe invitato a “vergognarsi” per aver accusato il medico del paesino di avere delle responsabilità nella morte del figlio. Interpellato dal Corriere del Veneto, il padre del cantante aveva denunciato una sorta di rancore e di inimicizia da parte dei compaesani: “Ci hanno tacciato di essere cattive persone perché avremmo tentato di attribuire colpe al medico del paese ma ci sono le relazioni di quattro medici legali a testimoniare che nei confronti di nostro figlio c’è stata una negligenza, un errore”. Domenico Merlo aveva aggiunto: “Non vogliamo la testa di nessuno e tanto meno cerchiamo vendetta.
Non abbiamo nessuna intenzione di accanirci contro un medico, un professionista stimato da tutti e che peraltro è ancora il mio medico. Tutti, però, sappiamo che due anni fa bastava prescrivere un emocromo per individuare subito la patologia che ha ucciso Michele”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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