"Nessuna prova che volevanno uccidere". Così i giudici hanno ridotto le pene ai killer di Cerciello Rega

I due americani non potevano sapere che Cerciello Rega e Varriale fossero carabinieri: così i giudici hanno ridotto le pene di Elder Finnegan Lee e Gabriel Natale Hjorth

"Nessuna prova che volevanno uccidere". Così i giudici hanno ridotto le pene ai killer di Cerciello Rega
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Sono state rese note le motivazioni della sentenza della Corte di Assise d'Appello dello scorso 3 luglio per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 mentre prestava servizio a Roma. I giudici hanno ridotto le pene dei due imputati, condannando a 15 anni e due mesi Elder Finnegan Lee e a 11 anni e quattro mesi Gabriel Natale Hjorth, americani, accusati di aver accoltellato il vicebrigadiere. Il secondo ha già ottenuto i domiciliari.

"Alla luce delle risultanze non appare possibile, aldilà di ogni ragionevole dubbio, riconoscere a Natale il concorso nel reato di omicidio volontario neppure a titolo di dolo eventuale", si legge nella sentenza, nella quale viene sottolineato dal tribunale che difetta "in primis, la prova della certa rappresentazione e, vieppiù", della volontà, "rispetto alla inopinata ed improvvisa condotta omicidiaria posta in essere da Elder ai danni del vicebrigadiere Cerciello, che attingeva furiosamente con ben 11 fendenti per mezzo del coltello micidiale che lo stesso aveva portato con sé". I giudici avevano già fatto venir meno le aggravanti contestate inizialmente ai due americani ammettendo il processo con rito abbreviato. Per i giudici, infatti, "alla luce delle risultanze probatorie, al fine dell'imputazione dolosa dell'evento, risulta carente la prova della certa e chiara rappresentazione, quand'anche prevedibile in capo a Natale e della positiva adesione da parte dello stesso all'evento collaterale del suo agire illecito, costituito dalla morte del Cerciello Rega".

Questo perché, si legge ancora nelle motivazioni, "gli imputati lasciarono al stanza dell'albergo per recarsi all'appuntamento concordato da Natale, scopo di quest'ultimo era 'semplicemente' quello di operare lo 'scambio' tra lo zaino sottratto a Brugiatelli e la concordata somma di denaro (pari a 80 euro poi aumentati a 100) con un modesto quantitativo di cocaina". Un movimento per rientrare dell'imbroglio di cui i due americani erano stati vittime a Trastevere. Per il giudice, in quella circostanza, non risultava prevedibile "che all'appuntamento si sarebbero presentati, per di più in borghese, disarmati e senza avere previamente esibito all'atto dell'approccio con gli imputati, il tesserino di ordinanza, due appartenenti alle forze dell'ordine in esecuzione del servizio del 'cavallo di ritorno'".

Natale, si legge ancora nelle 230 pagine prodotte, in quell'occasione lasciò in hotel il proprio coltellino e quindi, per i giudici dell'Appello bis, deve "ritenersi provata la penale responsabilità di Natale Hjorth per il reato di omicidio commesso dal coimputato Elder a titolo di 'concorso anomalo', con conseguente rideterminazione della pena a suo carico e applicazione, escluse le aggravanti contestate, della diminuente per il rito abbreviato". Elder, invece, è stato assolto con la formula "perché il fatto non costituisce reato" dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto per i giudici l'americano non aveva la minima idea "che Cerciello Rega e Varriale fossero appartenenti all'Arma dei Carabinieri".

I due, infatti, "erano in abiti civili; non avevano esibito li tesserino di riconoscimento (come dagli imputati affermato e non risultando le contrarie dichiarazioni rese sul punto da Varriale riscontrate), non erano muniti della pistola di ordinanza; si erano qualificati verbalmente, sol nel corso della colluttazione durata pochissimi secondi (Cerciello, dopo

essere stato colpito a morte, pronunciando, non compreso, la parola 'fermo, Carabinierì; Varriale nell'atto di approcciare Natale)". E questo è bastato per ottenere lo sconto di pena nell'omicidio del Carabiniere.

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