"Non voglio più vivere", Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame

Dopo la condanna all'ergastolo, la 38enne avrebbe deciso di iniziare lo sciopero della fame. Non starebbe mangiando da 24 ore

"Non voglio più vivere", Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame
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Dopo la recente condanna all'ergastolo, Alessia Pifferi torna a far parlare subito di sé. Stando alle ultime notizie che arrivano dal carcere in cui si trova reclusa, infatti, la madre della piccola Diana, la bimba morta di stenti, avrebbe cominciato lo sciopero della fame e non si starebbe alimentando da almeno 24 ore. Una notizia che non mancherà di far discutere l'opinione pubblica, già molto divisa su questo caso controverso.

Lo sfogo di Alessia Pifferi

"La mia vita è finita, nessuno mi crede. Mi sento abbandonata, sola. Non ho più voglia di vivere", sarebbero state queste le parole della 38enne, determinata, a suo dire, a ricongiungersi presto con sua figlia. Sarebbero circa 24 ore che la donna non starebbe toccando cibo. A confermare questa notizia è stato il suo avvocato difensore, Alessia Pontenani.

"Mi ha detto che ha firmato un foglio per lo sciopero della fame, piange in continuazione. Sta scrivendo una lettera alla madre, che ancora non ha spedito. Dice che ha ricevuto molta solidarietà dalle altre detenute, almeno quelle che la tollerano. Adesso le hanno cambiato anche compagna di cella, sta con un'altra signora. Ma dice che non ha più voglia di vivere", ha dichiarato la Pontenani, come riportato da Repubblica. "Tutta la gente che la odia sarà contenta adesso, no? Senza contare gli insulti e le minacce di morte che ricevo anche io", ha aggiunto l'avvocato Alessia Pontenani.

Una situazione davvero difficile quella di Alessia Pifferi. Detenuta dal luglio di due anni fa nel carcere San Vittore di Milano, è stata condannata in primo grado lo scorso 13 maggio all'ergastolo per la morte della piccola Diana, scomparsa alla tenera età di 18 mesi. La donna continua ad affermare di non aver mai voluto la morte della figlia. Tesi sostenuta anche dalla sua difesa.

La condanna

I giudici del tribunale di Milano hanno riconosciuto la piena colpevolezza della 38enne, con tanto di aggravanti. Esclusa solo l'aggravante della premeditazione. Per il resto, Alessia Pifferi è stata ritenuta responsabile della morte della figlia Diana, lasciata sola per sei lunghi giorni (14-20 luglio 2022) e morta di fame e stenti.

"È una sentenza giusta, la prima tappa per l'accertamento della verità.

Ci ho creduto sempre e con questo verdetto hanno riportato al centro del processo la vittima. Ho visto una donna che ha recitato una parte, mi aspettavo l'ergastolo", ha dichiarato alla fine dell'udienza il pubblico ministero Francesco De Tommasi, come riportato da Rainews.

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