Dossieraggio, scaricati 4mila Sos e 33mila file dalla banca dati dna. Cantone: "È un verminaio"

Il procuratore di Perugia in commissione Antimafia: "Numeri mostruosi, dietro c'è dell'altro. Che fine hanno fatto?"

Dossieraggio, scaricati 4mila Sos e 33mila file dalla banca dati dna. Cantone: "È un verminaio"
00:00 00:00

Dopo il procuratore generale Giovanni Melillo ieri, oggi è toccato a Raffaele Cantone essere audito in commissione Antimafia sul caso dossieraggio. Il capo della procura di Perugia, da cui è partita l'inchiesta giudiziaria a seguito della denuncia del ministro Crosetto, dice di condividere integralmente le parole del numero uno della Pna sul fatto che "i numeri lasciano pensare ci sia altro dietro. I numeri inquietano perché sono davvero mostruosi", afferma. Ed emerge quindi "la necessità di tutelare le strutture informatiche del Paese. È fondamentale, com'è necessario tutelare tutte le banche dati che hanno atti giudiziari".

I numeri inquietanti sul lavoro di Striano

L'ex capo dell'anti-corruzione racconta che lo stesso luogotenente della Guardia di Finanza ora indagato, ha consultato 4.124 Sos dal primo gennaio 2019 al 22 novembre 2022. "Un numero straordinario". Nel dettaglio, ha digitato "171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure tremila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo".

Senza poi contare che lo stesso Striano ha effettuato "un download 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale antimafia". E allora si chiede: "Questo numero enorme di atti scaricati dalla Procura nazionale antimafia che fine ha fatto? E quanti di questi dati possono essere utili". Durante l'audizione dinanzi all'Antimafia Cantone spiega ancora che "Striano interrogava il sistema anche su se stesso, probabilmente per vedere se c'erano Sos che lo riguardavano". Si sono poi scoperte che nel suo cellulare "tantissime prove, questo è importante da sottolineare nel momento in cui ci sono delle proposte di legge che limitano le indagini sui cellulari".

Il mercato delle Sos non si è fermato

"Sul profilo umano, credo che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, vada ringraziato per aver fatto uscire questo verminaio" spiega Cantone. Anche perché i dati di questa vicenda lasciano pensare che ci sia altro: "I numeri sono molto più preoccupanti di quelli ad oggi e emersi, sono numeri che inquietano perché sono mostruosi. Il nostro compito - prosegue il magistrato - è quello di accertare le responsabilità penali, su alcuni punti ho chiesto di riferire al Copasir, ma con chiarezza dico che il pubblico ministero non ha il compito di risolvere problemi, ma di occuparsi dei reati".

Raffaele Cantone racconta poi un dettaglio inquietante riguardo al "mercato delle Sos" - ovvero le Segnalazioni di operazioni sospette - che "non si è affatto fermato", parlando espressamennte di "una prova clamorosa": "Durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano - rivela -. C'era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma".

La "ricerca spasmodica" di Striano

C'è poi da sottolineare che questo capo d'imputazione resta provvisorio. "Il fatto che la stampa abbia commissionato le attività di informazione a un ufficiale di polizia giudiziaria è un'ipotesi investigativa su cui auspichiamo di essere smentiti - afferma Cantone -. Ci sono stati casi in cui ritenevamo evidente che c'era stata una commissione per accedere alle banche dati - argomenta -. Abbiamo analizzato i nominativi e i soggetti mediaticamente esposti, in quel lungo elenco di nomi 165 accessi complessivi riguardavano soggetti vip e sono oggetti del capo di imputazione".

E poi specifica: "Nei capi di imputazione i giornalisti sono 4, non 8. Gli altri 4 non hanno nulla a che fare con il giornalismo, ma avevano rapporti con Striano".

Per quanto non spetta al procuratore di Perugia sostenere cosa è dossieraggio e cosa è informazione, resta il fatto che "Striano ha fatto una ricerca spasmodica di informazioni che spesso si è limitato a quella interrogazione. Se pensiamo che queste ricerche abbiano portato ad archiviazioni e schedature noi non abbiamo elementi per dirlo".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica