Il paradosso di Chiara, assassina non pericolosa

Per la "madre" di Vignale non c'è misura cautelare

Il paradosso di Chiara, assassina non pericolosa
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D'accordo: la misura cautelare, insomma quello che volgarmente si chiama l'arresto, non può essere un'anticipazione della pena. Si va in carcere, in prima battuta, se ci sono le esigenze, non per cominciare a scontare un'eventuale condanna. Tutto giusto. E però qualcosa stride nella vicenda oscura e terribile di Chiara, la ragazza di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, protagonista di una storia che sembra strappata dalle pagine dei fratelli Grimm e delle loro cupe favole. Due neonati uccisi, o comunque sopravvissuti al parto per poche ore, e sepolti in giardino. A quanto sembra, la giovane ha confessato i due omicidi. Erano figli suoi, ha tolto loro in due momenti diversi la possibilità di avere un futuro. Chiara, però, è libera. E questo sconcerta l'opinione pubblica. Come è possibile? In agosto, quando era stato trovato per caso il primo corpicino, il pm aveva chiesto le manette. Ma il gip ha risposto con un no secco: non ci sono le esigenze cautelari. Possibile? Una seconda richiesta sarebbe ora al vaglio del magistrato che però potrebbe anche replicare il no. Per la seconda volta. E Chiara resterebbe ancora libera.

È una situazione paradossale e angosciante su cui occorre riflettere. Lei ha ammesso i fatti, sembra abbia fatto tutto da sola, nascondendo, per quanto possa sembrare incredibile, entrambe le gravidanze. Nessuno sapeva nulla, nessuno si è accorto di nulla. Il padre - il papà del secondo, perché sul primo bimbo sono in corso accertamenti - sarebbe a sua volta stato tenuto all'oscuro di tutto. Si resta sbalorditi, ma questo risulta agli atti al momento. La madre si sarebbe trasformata in assassina con diabolica abilità.

È andata davvero così? O Chiara ha nascosto parte della verità? Il pm aveva appunto seguito il più classico dei copioni, ma il giudice ha respinto finora le sue preoccupazioni. Chiara uccide i suoi figli e non quegli degli altri, a oggi non è incinta, ha riconosciuto, come detto, le proprie responsabilità. In più, i giornali hanno raccontato che in agosto, mentre la vicenda stava scoppiano, era andata negli Usa con la famiglia, un'ottima famiglia, ma non è scappata. No, è ritornata tranquillamente a casa e qui ha atteso imperturbabile gli eventi. Non c'è una sorta di pericolosità sociale che possa giustificare l'intervento della magistratura? Di nuovo, qualcosa non quadra.

Il ladruncolo che viene pizzicato alle casse del supermercato mentre porta via un paio di boxer e due t-shirt finisce in manette, lei resta in quel limbo limaccioso. A rendere il tutto quasi surreale è il fatto che Chiara fosse una babysitter, pure molto apprezzata. E richiesta. Vengono i brividi. E torna la domanda: quanto rimarrà in questo limbo? Che cosa accadrà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, nei prossimi anni? Ma sono quesiti retorici, perché se dovesse protrarsi questa situazione Chiara potrebbe rimanere libera fino alla sentenza definitiva. Libera di circolare in paese, dove tutti la conoscono, e di continuare la sua vita di prima. Intendiamoci: la giovane va verso una condanna pesantissima: i due omicidi, con l'aggravante già contestata della premeditazione, portano dritti all'ergastolo. La pena potrebbe forse scendere, ma mai sotto i 24 anni di carcere. Naturalmente se questo rimarrà il quadro. Insomma, tutta un'altra cosa rispetto ai 4 o 6 mesi che prenderebbe il ladro che nasconde la biancheria sotto il giubbotto. Ventiquattro anni di prigione. Forse, di più. Forse il carcere a vita.

Ma per arrivarci ci vorranno anni, tre gradi di giudizio, udienze su udienze, senza nemmeno la scorciatoia, qui non praticabile, del rito abbreviato. Tardi. Troppo tardi per un'opinione pubblica disorientata. Si attende la prossima mossa della magistratura.

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