Pisa, scontri al corteo Pro-Pal: poliziotti indagati

Sono una decina gli agenti indagati a vario titolo, per i reati di eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose

Pisa, scontri al corteo Pro-Pal: poliziotti indagati
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La procura di Pisa ha iscritto nel registro degli indagati una decina di poliziotti in relazione negli scontri con gli studenti durante un corteo pro Palestina, avvenuti il 23 febbraio. Gli agenti sono indagati a vario titolo, per i reati di eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose. Tra gli indagati ci sarebbero agenti del reparto mobile di Firenze e coloro che avevano responsabilità del servizio e dell'ordine pubblico lungo il percorso del corteo. Al termine della manifestazione in questione, sette agenti si erano identificati, informando la Procura pisana dell’accaduto. Le indagini sono state condotte dallo Sco, il servizio centrale operativo che sul territorio si avvale della squadra mobile, e dalla Digos

Durante gli scontri, la polizia caricò una cinquantina di studenti delle superiori quando il corteo provò a raggiungere – senza autorizzazione – la centrale piazza dei Cavalieri, dove si trova la sede della Scuola Normale. In totale il bilancio fu di 15 feriti, tra cui 11 minorenni, tutti refertati al pronto soccorso con prognosi che andavano da pochi giorni a un mese per chi aveva fratture. Due feriti anche tra i poliziotti, costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

"Se 13 poliziotti sono indagati per eccesso colposo in legittima difesa a seguito della manifestazione avvenuta a Pisa a febbraio, in cui sono stati attaccati da un corteo niente affatto pacifista, siamo di fronte all’ennesimo caso di agenti accusati per essere stati aggrediti mentre facevano il proprio dovere", la rabbia di Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato: "Rimane fermo il rispetto per la magistratura, e sappiamo che certi atti ‘dovuti’ sono ineludibili soprattutto quando c’è un carico pesante di emotività e polemica politica, ma sappiamo bene anche cosa vuol dire per un poliziotto una cosa del genere: andare a lavorare, fare ciò che viene chiesto di fare, subire un’aggressione per questo ma non potersi difendere perché altrimenti viene messa in discussione la propria professionalità. E’ qualcosa di terribile considerato che è la funzione a essere messa in discussione con le persone". Sottolineata, inoltre, la necessità che chi è chiamato a valutare abbia una competenza specifica in tema di servizi di sicurezza​.

Il segretario Fsp di Pisa Lorenzo Cardogna ha ricordato che durante gli scontri furono commessi reati a danno dei poliziotti, rimarcando che la vicenda si inserisce certamente in un contesto di legittima difesa: "A questo punto, e considerata la reazione iniziale di gran parte della scuola e delle famiglie, si dovrebbe aprire una seria riflessione sul ruolo di questi attori nell’educazione alla legalità delle future generazioni. Anche attraverso iniziative concrete porteremo la nostra vicinanza ai colleghi coinvolti, loro malgrado, in questa vicenda". Solidarietà e vicinanza agli agenti indagati da parte dell'europarlamentare leghista Susanna Ceccardi: "Dobbiamo sostenere e difendere le forze dell'ordine che fanno da argine e isolano le frange estremiste in questo tipo di manifestazioni. Io sto dalla parte dei poliziotti anche e soprattutto in questo momento di difficoltà. Li invito a continuare a svolgere il proprio lavoro in maniera serena, confidando in una positiva risoluzione del procedimento giudiziario a loro carico".

Le immagini degli scontri tra polizia e manifestanti pro-Pal scatenarono polemiche sulla condotta degli agenti.

Il giorno dopo i fatti, il capo della Polizia Vittorio Pisani annunciò verifiche sui fatti: “Purtroppo i nostri operatori hanno posto in essere delle iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza [...] Va precisato e va chiarito che le iniziative e le decisioni che vengono adottate in sede locale durante i servizi di ordine pubblico non sono determinate né da scelte politiche né da direttive politiche”.

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