"La ragazza era passiva". Il video contro Ciro Grillo e gli amici: bagarre in tribunale

Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e i suoi tre amici genovesi sono a processo davanti al Tribunale di Tempio Pausania (Sardegna) con l'accusa di stupro ai danni di una studentessa italo-norvegese

"La ragazza era passiva". Il video contro Ciro Grillo e gli amici: bagarre in tribunale
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Articolo in aggiornamento

Animi infuocati durante la nuova udienza del processo per stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e dei suoi tre amici amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. I legali dei quattro imputati hanno chiesto di rivedere il video della presunta violenza sessuale che si sarebbe consumata nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Cala di Volpe, in Sardegna, ai danni di Silvia (nome di fantasia attribuito alla studentessa italo-norvegese), all'epoca dei fatti 19enne. E a sorpresa, il presidente del collegio di Tempio Pausiania, Marco Contu, ha dato il via libera alla proiezione del filmato.

"Silvia era passiva"

La richiesta delle difese è legata alla deposizione della consulente di parte civile, la psichiatra Marina Loi. Sentita questa mattina, la specialista ha detto che Silvia "era passiva" durante i rapporti intimi con gli imputati. Da qui la contestazione dei legali che hanno chiesto di proiettare nuovamente in aula il video "incriminato". Si tratta di un filmato estrapolato da uno dei cellulari dei quattro ragazzi che la ragazza italo-norvegese si era rifiutata di vedere quando, lo scorso 31 gennaio, in occasione dell'interrogatorio-fiume, aveva lasciato l'aula in lacrime.

Le deposizioni degli imputati

Stamane nessuno dei ragazzi era presente in tribunale. Domani, invece, dovrebbero sottoporsi alle domande del pm. Il condizionale è d'obbligo perché i rispettivi difensori non hanno assicurato la presenza degli assistiti in aula, se deporranno o decideranno di rilasciare dichiarazioni spontanee. Stando a quanto apprende l'Agi, quasi certamente non si sottoporrà all'esame Vittorio Lauria.

Cosa è successo nelle udienze precedenti

Tutto il processo si svolge a porte chiuse e il resoconto di ciò che accade in aula è contenuto nei verbali d'udienza. Nei mesi scorsi, sono stati sentiti dal pubblico ministero di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, molti testimoni. A partire dalla mamma di Ciro Grillo, Parvin Tadjik, al papà di Silvia e gli specialisti che assistono la ragazza, ancora provata. Non sono mancate poi le udienze tecniche: in aula sono state mostrate foto e chat dei ragazzi coinvolti. Tutto il materiale multimediale è allegato alle carte dell'inchiesta ed è stato analizzato da periti specializzati.

La testimonianza di Silvia

Una delle tappe decisive di questo processo, che potrebbe volgere al termine nei prossimi mesi, è stata la testimonianza di Silvia. Sentita in audizione protetta, ovvero con un drappo nero che le copriva il volto, la giovane ha fornito la sua versione: "A un certo punto, quella notte, fui costretta a bere della vodka dalla bottiglia. Vittorio (Lauria ndr) mi afferrò con la testa e con una mano mi teneva il collo, con l’altra mi forzava a bere". Particolarmente drammatico è stato il passaggio in cui la studentessa, all'epoca dei fatti 19enne, ha raccontato di aver tentato il suicidio: "Dopo lo stupro di gruppo mi volevo suicidare, correvo sui binari per farmi mettere sotto da un treno. Oggi faccio atti di autolesionismo e ho disturbi alimentari". Durante il controesame con gli avvocati degli imputati, a Silvia sono state rivolte 1500 domande.

I fatti

I fatti contestati ai quattro imputati risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 e si sarebbero verificati nella residenza estiva della famiglia Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e l’amica Roberta (anche lei parte civile nel processo perché gli imputati la fotografarono in pose osé mentre dormiva) avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell'isola. Al termine della serata, durante la quale erano stati consumati diversi drink, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell'appartamento a Cala di Volpe.

Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni discordanti. Silvia sostiene che i ragazzi l'avrebbero costretta a bere e di essere stata violentata più di una volta. Gli imputati respingono le accuse, ritenendo che la ragazza fosse consenziente.

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