La strage di Brandizzo non è stata un caso. Questa sembra essere l'evidenza alla quale stanno arrivando gli investigatori al lavoro sull'investimento dei cinque operai nella stazione della provincia di Torino. Dalla centrale di controllo del movimento di Chivasso, l'addetta che era in contatto con Antonio Massa, l'impiegato Rfi addetto alla scorta della squadra di operai, non ha mai dato il nulla osta per l'apertura del cantiere sulla massicciata. Non poteva darlo: doveva passare ancora un treno, che era in ritardo di 20 minuti. Ma gli operai sono comunque andati sui binari, dove hanno trovato la morte.
E pare che questa fosse una consuetudine. Ipotesi agghiacciante che emerge dalle indagini, che coinvolgono anche le testimonianze dei colleghi degli operai morti e l'analisi dei telefoni degli stessi. Ed è proprio da uno di questi che è venuto fuori un video che apre tanti interrogativi ma fornisce anche inquetanti risposte, in base a una esclusiva del Tg1. Era nel telefono del più giovane degli operai, Kevin Laganà, conservato nelle bozze di pubblicazione di uno dei suoi social e mai reso pubblico. Risale proprio alla sera del 30 agosto. Lo ha trovato uno zio che era in possesso dei dati dell'account e l'ha consegnato agli investigatori. "Ragazzi, cominciamo. Devono passare dei treni. Facciamo che quando arriva il treno io faccio un fischio e voi vi mettete di lato", si sente dire ad Antonio Massa in quella clip della durata di 5 minuti che ritrae gli operai al lavoro nella stazione di Brandizzo. "Al mio segnale vi mettete da parte", dice Massa, che non viene inquadrato. È il fratello di Kevin, che lavora per la stessa ditta, a confermare quella e la voce dell'addetto Rfi.
Da quel video si capiscono molte cose. Se esisteva quel segnale per scampare il treno, evidentemente era un segnale noto agli operai, quindi una pratica già nota. E questo video aggrava la posizione del capo squadra della ditta esterna: si sarebbe dovuto rifiutare di mandare gli operai sulla massicciata senza il nulla osta, solo con l'ok verbale dell'impiegato Rfi.
Invece, Andrea Gibin, anche lui indagato, non ha obiettato. Quelli impressi nel video lungo 5 minuto sono gli ultimi istanti di vita di Kevin e dei suoi quattro colleghi perché, pochi minuti dopo, un treno a 140 Km/h avrebbe spezzato per sempre la loro vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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