"Revisione è mia rivincita": la versione di Marzouk sulla strage di Erba

Azouz Marzouk si è recato all'udienza preliminare per la revisione sulla strage di Erba: continua a sostenere l'innocenza di Rosa Bazzi e Olindo Romano

"Revisione è mia rivincita": la versione di Marzouk sulla strage di Erba
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Udienza preliminare nel processo di revisione per la strage di Erba oggi nella corte d’appello di Brescia. E uno dei protagonisti della vicenda torna a parlare: si tratta di Azouz Marzouk, padre, marito, genero e vicino di casa delle quattro vittime e del sopravvissuto, e naturalmente vicino di casa anche delle due persone condannate all’ergastolo in tre gradi di giudizio.

Sono emozionato - ha commentato Marzouk - stiamo avendo la nostra rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non è stata fatta giustizia. Oggi possono riparare”. In effetti Marzouk si è mostrato in principio colpevolista nei confronti dei condannati Rosa Bazzi e Olindo Romano, salvo poi cambiare idea e diventare un loro strenuo difensore.

Tuttavia Marzouk non è propenso a sostenere quella che probabilmente è una forte arma in mano alla difesa di Bazzi e Romano, ovvero che la strage sia la conseguenza di una guerra per la piazza della droga. “La pista della droga è quella che tutti vogliono far credere, ma mi danneggia visto che mi sto trasferendo in Italia. Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla” ha aggiunto Marzouk.

L’11 dicembre 2006 scoppiò un incendio in un condominio di Erba. I soccorritori però si trovarono di fronte a ben altro scenario: quattro persone erano state uccise, mentre una sola, aggredita e intossicata dal fumo, era sopravvissuta in maniera miracolosa. Le vittime erano Raffaella Castagna, moglie di Marzouk, il figlio della coppia Youssef, di neppure due anni, la madre di Castagna Paola Galli, la vicina Valeria Cherubini. Il sopravvissuto era invece il marito di Cherubini, Mario Frigerio, poi in tribunale principale accusatore di Romano e Bazzi.

A gennaio 2023 il legale dei condannati Fabio Schembri, aveva anticipato a IlGiornale.it che, in base alla loro ricostruzione, i veri killer sarebbero stati ancora all’interno della palazzina all’arrivo dei soccorsi, e quindi non avrebbero potuto essere Romano e Bazzi, che invece si sarebbero trovati a Como.

Non solo: ci sarebbe un testimone, Adbi Kais, all’epoca non ascoltato dagli inquirenti ma residente nel condominio. “C’era una faida con un gruppo rivale per questioni afferenti il controllo del territorio per il traffico delle sostanze stupefacenti. Tra l’altro durante la faida il teste venne accoltellato” aveva raccontato Schembri.

L’ipotesi seguirebbe quindi l’idea della vendetta trasversale per la droga e combacerebbe con il primissimo identikit dell’assassino reso da Frigerio, ovvero un uomo alto, dalla carnagione olivastra e non di quelle parti.

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