Ha riconosciuto il figlio solo quando quest'ultimo aveva ormai 16 anni. Nei primi vent'anni di vita dell'erede, lo avrebbe visto non più di sette o otto volte. Adesso però, dovrà pagare oltre 160mila euro, fra quote di mantenimento mai versate alla compagna di allora e danni non patrimoniali arrecati al giovane. Lo ha deciso nelle scorse ore il tribunale di Firenze, per una vicenda che ha come protagonista un uomo originario della Versilia (finito a processo per illecito endofamiliare) e la famiglia della quale si sarebbe disinteressato per circa due decenni. Stando a quanto riportato dal sito online Luccaindiretta.it, tutto iniziò nel 1997, quando l'imputato conobbe la donna che sarebbe poi diventata la madre di suo figlio. Subito dopo la nascita del bambino, nel 2001, l'uomo avrebbe tuttavia deciso di troncare la relazione, abbandonando il nucleo familiare di fatto costituito.
Sulla base delle carte processuali, sarebbe praticamente sparito dalla vita dei due: si sarebbe rifatto vivo in maniera significativa solo nel 2017, quando riconobbe la paternità del bimbo nel frattempo diventato adolescente. Anche se il rapporto non sarebbe stato comunque idilliaco, a quanto pare: interrogato in aula nel 2020, quando aveva ormai raggiunto la maggiore età, il ragazzo dichiarò di aver visto il padre in non più di otto occasioni. Il genitore avrebbe fino a quel momento versato alla madre del figlio circa 8mila euro, per una cifra giudicata di sotto degli obblighi previsti dalla legge sia per quanto riguarda il mantenimento sia per tutte le altre prescrizioni sulla famiglia. Per giustificare la sua assenza durante la crescita del ragazzo, l'uomo ha esibito certificati e documenti che attesterebbero un forte stato depressivo a seguito della semi-paralisi di un arto, tanto da risultare assunto tra le categorie protette.
Una documentazione che non è a quanto pare servita per convincere i giudici fiorentini, i quali lo hanno condannato in primo grado a corrispondere 85mila euro all'ex-compagna per spese di mantenimento non versate e altri 80mila al figlio oggi ventiduenne.
"Il rispetto della dignità e della personalità di ogni componente del nucleo familiare assurge a rango di diritto inviolabile, la cui lesione da parte di altro componente della famiglia, ovvero di un terzo, rappresenta il presupposto logico della responsabilità civile - si legge nella sentenza - tra le ipotesi di illecito endofamiliare si annovera proprio quello da privazione del rapporto genitoriale, in cui soggetto attivo è il genitore che ometta di svolgere il ruolo scelto con la procreazione e soggetto passivo è il figlio, costretto a rinunciare, senza sua colpa, ad uno dei genitori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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