Nel 2021 aveva patteggiato tre anni e otto mesi per spaccio di droga continuato, appropriazione indebita dei soldi della parrocchia e truffa ai danni dei fedeli. E dopo esser stato ridotto allo stato laicale, dovrà adesso risarcire la parrocchia della quale era parroco sino a pochi anni fa: si tratta di circa 132mila euro, che secondo gli inquirenti Francesco Spagnesi aveva sottratto ed utilizzato per organizzare festini hard e per acquistare droga. Questa, stando a quel che riporta oggi il quotidiano La Nazione, il pronunciamento che mette fine alla vicenda legata all'ex-sacerdote di Prato salito alla ribalta delle cronache ormai un triennio fa. Tutto iniziò quando l'allora parroco della parrocchia dell'Annunciazione alla Castellina fu fermato (insieme a quello che era il suo compagno) nell’auto in cui fu trovato anche un quantitativo di ghb, la cosiddetta "droga dello stupro".
Una scoperta che diede il via alle indagini da parte degli investigatori, i quali ricostruirono una storia non priva di tratti surreali: l'allora don Spagnesi fu in seguito accusato di aver usato il denaro delle offerte dei parrocchiani per comprare sostanze stupefacenti e per mettere in piedi feste per adulti. Dopo il patteggiamento, Spagnesi ha dismesso l'abito talare e ha ripreso gli studi universitari interrotti oltre un ventennio fa, poco prima di entrare in seminario. Restava tuttavia in piedi la causa civile, intentata dalla parrocchia della Castellina nei confronti dell'ex-religioso. Che si è chiusa nei giorni scorsi: il giudice Elena Moretti ha condannato Spagnesi a restituire i soldi alla parrocchia. Questo perché le evidenze istruttorie presentate in sede civile hanno a quanto pare permesso di ritenere dimostrata l’illegittima sottrazione della somma complessiva di 123.180 euro "quale sommatoria degli importi riportati nei bilanci consuntivi per le annualità 2020 e 2021 sotto la voce ammanchi non giustificati dal parroco".
La parrocchia dell'Annunciazione, muovendo causa all’ex-sacerdote, aveva manifestato l’intenzione di fare chiarezza su un avvenimento che aveva profondamente sconcertato la comunità. Il giudice ha nel dettaglio stabilito che, trattandosi di debito di valore, saranno applicate rivalutazione ed interessi sulla somma di oltre 77mila euro (dal 31 dicembre 2020 alla data della sentenza) e sulla somma di 50.600 euro (dal 31 dicembre 2021 fino alla data del prounciamento).
E ha optato per l’accoglimento dell’istanza presentata dalla parrocchia, rappresentata dall’avvocato Marco Antonio Vallini. Secondo il tribunale infine, l’ex sacerdote ha messo "in essere una serie ininterrotta di condotte prive di qualsiasi legittimità onde coprire il proprio operato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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