Aveva aperto un'utenza di telefonia mobile a suo nome, per consentire ad un migrante ospite della struttura per la quale lavorava di ottenere un cellulare. Per tutta risposta, lo straniero lo ha fatto indirettamente incriminare per un furto in auto mai commesso, causando un equivoco chiarito solo dopo un'odissea giudiziaria di cinque anni. Protagonista della vicenda è un uomo di 61 anni di Macerata, dipendente della Caritas di Ancona, assolto solo nelle scorse ore dall'accusa di furto aggravato. Stando a quanto riportato dal sito AnconaToday, tutto iniziò nel 2018, quando un quarantaquattrenne si presentò dai carabinieri di Falconara Marittima. L'uomo aveva trovato uno dei finestrini di vetro della propria auto in frantumi: qualcuno l'aveva sfondato utilizzando una mattonella, per poi introdursi nell'abitacolo e prelevare i 10 euro che il conducente aveva lasciato all'interno.
Il ladro, forse preso dalla fretta di fuggire al più presto, aveva però dimenticato il cellulare. E dopo aver rinvenuto lo smartphone sotto uno dei sedili anteriori, il proprietario del mezzo lo portò dai militari dell'Arma. Le forze dell'ordine non impiegarono molto tempo per risalire al titolare, appurando con una certa sorpresa come la scheda sim del telefonino fosse associata all'operatore della Caritas. Una reazione simile a quella del diretto interessato, che quando ha scoperto di esser stato denunciato è letteralmente caduto dalle nuvole, dicendosi innocente. E aveva ragione, con il senno di poi: pur essendo l'intestatario della sim, l'uomo non aveva mai avuto a disposizione quel telefono e non poteva essere lui l'autore dell'atto predatorio. Un vero e proprio paradosso, considerando che tutto era iniziato con un gesto di solidarietà: il dipendente della Caritas aveva preso a cuore la situazione di un giovane straniero, che si sarebbe da lì a poco allontanato dalla struttura.
Prima di andarsene, quest'ultimo avrebbe chiesto un cellulare e l'operatore aveva utilizzato i suoi documenti per attivare la sim. Per un telefono che a quanto pare è passato di mano in mano: una volta rintracciato a seguito dell'episodio, lo straniero si è detto estraneo al furto: a suo dire una terza persona gli avrebbe sottratto il telefono, la stessa che poi avrebbe poi effettuato il furto con spaccata. Vero o falso che fosse, l'uomo non aveva in ogni caso denunciato il presunto furto dello smartphone alle forze dell'ordine. E proprio per l'assenza di quella denuncia il suo "benefattore" è finito davanti al giudice.
I colpevoli non sono stati individuati: nè quello del presunto furto del telefono, nè del furto in auto. E l'imputato è stato assolto per non aver commesso il fatto, per quanto nel frattempo siano trascorso un quinquennio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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