"Quando l'ho vista ridere è scattato qualcosa e ho deciso di ucciderla". A dirlo è Ezio Galesi, il 59enne bresciano che, il 20 ottobre del 2021, uccise con 16 martellate la ex fidanzata, Elena Casanova, a Castegnato, in provincia di Brescia. Nella mattinata di oggi, martedì 17 gennaio, l'uomo è stato condannato dalla Corte d'Assise di Brescia all'ergastolo. Alla lettura della sentenza erano presenti anche la figlia e la mamma della vittima.
La condanna all'ergastolo
Una condanna esemplare per un omicidio efferato come pochi altri. Così, il killer di Elena ha ricevuto la pena massima prevista dall'ordinamento italiano: l'ergastolo. In aula, il pm Carlo Pappalardo ha ricostruito la dinamica del delitto escludendo dall'aggressione mortale alla 49enne l'aggravante della premeditazione. "I due - ha spiegato il pubblico ministero - si sono incontrati e lui ha detto di aver deciso di ucciderla quando l’ha vista sorridere". Quindi il killer "va a casa, prende il martello e va a tendere l’agguato mortale a Elena. - scrive Il Giorno - Ha scagliato la sua ira contro la ex perché non accettava di essere stato lasciato. Da tempo aveva un risentimento nei confronti di quella che poi è diventata la sua vittima". Nel corso dell'udienza, Galesi ha ammesso le proprie responsabilità: "Quando l'ho vista ridere mi è scattato qualcosa e ho deciso di ucciderla", sono state le sue parole.
L'omicidio di Elena
Elena Casanova, 49 anni, lavorava come operaia all'Iveco. La sera del 20 ottobre 2021, attorno alle ore 19, stava rincasando quando s'imbattè nell'ex fidanzato. Il 59enne l'aveva aspettata sotto casa, in un'abitazione alla periferia di Castegnato, nel Bresciano. Dapprima sfondò i vetri dell'auto poi, si scagliò col martello contro la donna che tentò invano di salvarsi. L'autopsia sul cadavere confermò l'efferetezza dell'aggresione: Elena fu uccisa con 16 martellate "rimanendo in agonia alcuni minuti", concluse il medico legale. Al processo, l'uomo negò il movente della gelosia - contestatogli dal pm - sostenendo, invece, che la vittima lo avesse minacciato. "L’ho uccisa perché mi stressava la vita, era lei che mi minacciava. - disse parlando di un presunto debito per qualche centinaia di euro -Il cervello in quel periodo mi era partito, il mio e anche il suo, a cui l’ho rotto a martellate.
Le ho tagliato la strada in auto come faceva lei con me. Mi dispiace di averlo fatto. Ho rovinato la mia vita e quella dei miei figli. Ma se tornassi indietro prenderei un mitra e sparerei anche ad altre tre o quattro persone".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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