Sparò al vicino che gli distruggeva casa. Ma per il giudice non è più legittima difesa

Il giudice ha accolto la richiesta della parte civile, modificando il capo di imputazione nei confronti di Sandro Mugnai

La casa colpita dalla ruspa
La casa colpita dalla ruspa
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Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Arezzo ha deciso di modificare il capo di imputazione da riconoscere all'artigiano di 54 anni Sandro Mugnai: per l'imputato il reato passa da eccesso colposo in legittima difesa a omicidio volontario.

I fatti risalgono allo scorso 5 gennaio 2023, quando l'uomo esplose quattro colpi di fucile contro il vicino di casa di origini albanesi Gezim Dodoli, di 59 anni, mentre quest'ultimo gli stava demolendo casa con una ruspa. Lo straniero, che morì a causa delle ferite riportate, aveva iniziato a colpire con la benna le pareti esterne dell'abitazione del vicino, col chiaro intento di abbatterle. Nonostante i tentativi di riportare alla ragione l'ex amico 59enne, dopo aver contattato le forze dell'ordine ed esploso un colpo di avvertimento a terra per metterlo in guardia, Mugnai imbracciò il fucile e sparò contro Dodoli per difendere la sua vita e quella dei familiari.

Una vicenda, quella ricostruita dagli inquirenti anche graze alle perizie che avevano dimostrato il pericolo di crollo provocato dalla ruspa condotta dallo straniero, per la quale era emersa l'ipotesi della legittima difesa. Nel corso della prima udienza, andata in scena lo scorso 17 settembre, la pubblica accusa rappresentata dal pubblico ministero Laura Taddei, aveva chiesto per l'imputato una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Dall'altro lato, invece, l'avvocato di parte civile Francesca Cotani, che in aula difende gli interessi della moglie di Dodoli e dei due figli, aveva spinto per modificare il capo di imputazione in omicidio volontario.

Il gup del Tribunale di Arezzo Claudio Lara, titolare del processo con rito abbreviato in corso di svolgimento, ha deciso di accogliere quest'ultima istanza. Per Mugnai, quindi, non è arrivata la condanna a 2 anni e 8 mesi che pareva la più probabile: il gup e ha invece restituito il fascicolo al pubblico ministero, chiedendo di riformulare il reato in omicidio volontario.

"Tecnicamente sono stati restituiti gli atti al pm che dovrà riformulare l'imputazione, avendo il giudice delineato un fatto completamente diverso da quella che è una legittima difesa, individuando una condotta che non integra la legittima difesa ma che può individuare un omicidio volontario", spiega l'avvocato Cotani, come riportato da La Nazione."Finalmente hanno capito il nostro punto di vista, per la famiglia di Dodoli inizia ora una fase nuova", aggiunge.

Sgomento e delusione, invece, hanno espresso i legali dell'artigiano: "Non ci aspettavamo una decisione così, ripartiremo pronti a difendere le istanze del nostro

assistito", dichiarano gli avvocati di Mugnai. "Per noi non ci fu eccesso di legittima difesa né tantomeno omicidio volontario. Il nostro assistito è provato da una vicenda che lo ha sconvolto", concludono.

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