"Condanna irrevocablie". Appendino di nuovo a processo per la tragedia di piazza San Carlo

Disposto l'annullamento della condanna in primo e secondo grado a 18 mesi per l'allora sindaco M5S di Torino: tornerà alla sbarra. La grillina: "Sindaci capri espiatori di tutto"

"Condanna irrevocablie". Appendino di nuovo a processo per la tragedia di piazza San Carlo
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Nuovo processo di appello per Chiara Appendino per la tragedia di piazza San Carlo: questa la decisione della Corte di Cassazione. I giudici della quarta sezione penale hanno accolto la richiesta della procura generale, annullando con rinvio la sentenza inflitta all'ex sindaca di Torino per ricalcolare la pena, riducendola. L'ex sindaca M5s era stata condannata a 18 mesi. Dichiarata "irrevocabile" la responsabilità penale per Appendino e Paolo Giordana, ex capo di gabinetto del comune, per tutti i capi di imputazione (disastro, omicidio e lesionI, tutti in forma colposa). Nuovo processo anche per Maurizio Montagnese, ex presidente di Turismo Torino. Assolto, invece, definitivamente con la formula "per non avere commesso il fatto" Alberto Bonzano, dirigente all'epoca dei fatti della Questura.

"Il Comune e i sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto, dalla pubblica sicurezza fino allo smog, per il quale fra poche ore dovrò affrontare un nuovo processo", queste le prime parole della Appendino dopo la sentenza dei giudici di Cassazione: "Da questo processo emerge infatti che l'unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto Sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell'organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio. E' uno squilibrio che faccio fatica a comprendere e accettare". La grillina ha poi posto l'accento sulla necessità di un confronto tra le forze politiche e il governo, ricordando gli innumerevoli moniti di Anci e l'appello sottoscritto da migliaia di sindaci di ogni colore politico. La Appendino ha poi concluso: "Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza".

Insoddisfazione nel team legale della pentastellata, costretta a fare fronte alla condanna in via definitiva. Luigi Chiappero ha commentato così ai microfoni dei cronisti presenti: "Questa è una pessima notizia, continuo a pensare che la condanna di Chiara Appendino sia veramente un'ingiustizia". Sulla stessa lunghezza d'onda l'avvocato Franco Coppi: "Mi sembra una sentenza particolarmente severa nei confronti della sindaca, alla quale si attribuiscono responsabilità per fatti che difficilmente potevano essere da lei controllati".

Come evidenziato in precedenza, la Procura generale della Cassazione aveva chiesto di annullare con rinvio la sentenza inflitta alla Appendino e all’ex capo di gabinetto per ricalcolare la pena a fronte della remissione di querela di alcune persone rimaste ferite nel caos. Nei confronti del dirigente della Questura in servizio quella notte Antonio Bonzano, invece, aveva chiesto l’annullamento della sentenza di condanna. Ricordiamo che la Appendino era stata condannata in primo grado e in appello a 18 mesi di carcere per omicidio colposo plurimo. Stessa condanna anche per Giordana. Condanna di un anno e quattro mesi per Bonzano, mentre il questore Angelo Sanna era stato assolto.

I fatti di Piazza San Carlo, a Torino, risalgono alla serata del 3 giugno 2017. Durante la proiezione sul maxi-schermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid ci furono una serie di ondate di panico tra la folla radunata. Tragico bilancio di 1.700 feriti e 2 morti.

A provocare il caos fu una banda di giovani malviventi che spruzzò spray urticante per rubare cellulari e collanine ai presenti. I membri della baby gang sono già stati condannati in via definitiva a oltre dieci anni di reclusione.

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