Italia, Francia e Germania compatte sulle sanzioni ad Hamas

Lettera di Tajani, Colonna e Baerbock a favore proposta Borrell: "pieno sostegno alla proposta che dovrebbe permettere all'Ue di colpire i membri di Hamas".

Italia, Francia e Germania compatte sulle sanzioni ad Hamas
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I ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania sono favorevoli alla proposta dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, di creare "un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele e per contrastare le operazioni terroristi che del gruppo". In una lettera congiunta, Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock esprimono il loro "pieno sostegno alla proposta che dovrebbe permettere all'Ue di colpire i membri di Hamas, i gruppi affiliati e i sostenitori delle sue attività destabilizzanti".

Le richieste di Francia, Germania e Italia per fermare Hamas

La missiva segue il documento comune presentato da Italia, Francia e Germania alla riunione dei ministri degli Esteri di novembre. "E' importante che l'Ue prenda tutte le misure necessarie contro il gruppo terroristico di Hamas e i suoi sostenitori, attraverso azioni concrete per prevenire che attacchi come quelli del 7 ottobre si ripetano" , scrivono Tajani, Colonna e Baerbock. "La rapida adozione del regime sanzionatorio - si legge ancora nella lettera congiunta - permetterà di mandare un forte messaggio politico sull'impegno dell'Ue contro Hamas e la solidarietà con Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre". L'operazione indica l'esigenza di un impegno più forte che sottolinea la necessità di smantellare l'infrastruttura militare e finanziaria di Hamas, isolando e delegittimando il movimento a livello internazionale.

Una scelta in linea con il documento informale presentato da Berlino, Roma e Parigi allo scorso Consiglio per gli Affari Esteri europeo del 13 novembre. In occasione del meeting, i rappresentanti delle tre nazioni avevano presentato una missiva informale con l'obiettivo di proporre un regime sanzionatorio specifico al fine di isolare Hamas e di contenere l'ondata di antisemitismo in Europa. In quell'occasione Tajani aveva ribadito la necessita di includere Gaza in un futuro progetto di uno Stato palestinese, ribadendo come l'Anp di Abu Mazen sia l'unica autorità legittimata a governare sui palestinesi. Il ministro italiano aveva poi ribadito la proposta di creare una forza temporanea di interposizione, in stile Unifil, per accompagnare il processo di peace-rebuilding.

Borrell chiede una pausa nella guerra tra Israele e Hamas

Dal canto suo, Borrell rimarca la necessità di pause nel conflitto. Gli Stati membri dell'Ue devono "concordare non una richiesta di cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza, "perché non è ritenuta appropriata dal Consiglio di Sicurezza, ma di una serie di pause" nella guerra, "per rendere meno terribile la situazione dal punto di vista umanitario". L'Alto Rappresentante dell'Ue lo ha ribadito a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. "Migliaia di persone vengono sospinte al confine con l'Egitto - prosegue - e le prospettive sono davvero terribili. La popolazione di Gaza non deve essere espulsa dalla propria terra", conclude. "Sfortunatamente gli Usa hanno posto il veto all'Onu sulla proposta di tregua: ora dobbiamo concordare almeno delle pause per far sì che entrino gli aiuti umanitari a Gaza", ha ribadito, sottolineando la complessa posizione europea incastrata tra esigenze atlantiche e iniziativa diplomatica indipendente.

Una scelta che ha scatenato le reazioni di stati sponsor del terrorismo come l'Iran: il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha inviato una lettera a Borrell, chiedendo che Bruxelles metta in campo "azioni efficaci affinché il regime sionista ponga completamente fine agli attacchi contro la Striscia di Gaza".

Nella lettera, come riporta l'agenzia di stampa Irna, Amirabdollahian fa riferimento ai recenti appelli da parte dell'Ue riguardo ad "un cessate il fuoco duraturo" e loda le critiche da parte di Borrell nei confronti degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e contro le azioni violente dei coloni.

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