"Metterò fine alla guerra in Ucraina": l'ultima promessa di Trump

Dal palco di una convention repubblicana in Georgia Donald Trump ha fatto sapere che, appena eletto, metterà "fine alla guerra in Ucraina"

"Metterò fine alla guerra in Ucraina": l'ultima promessa di Trump
00:00 00:00

"Appena eletto, prima ancora di entrare alla Casa Bianca metterò fine alla guerra in Ucraina, se sarà ancora in corso". Parola di Donald Trump che, da una convention dei repubblicani in Georgia, ha accusato i pubblici ministeri, gli stessi che nelle ore precedenti lo avevano incriminato in merito al caso del trasferimento di documenti riservati nella sua casa a Mar-a-Lago, e, soprattutto, ha lanciato la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Quest’ultima, definita da Trump come una sorta di "battaglia finale" contro le forze "corrotte" che stanno distruggendo il Paese, è stata accompagnata dalla promessa di interrompere il conflitto ucraino ed evitare la Terza Guerra Mondiale.

La conferenza di Trump

"Sono l'unico che può evitare la Terza Guerra Mondiale", ha aggiunto Trump, rivolgendosi a migliaia di attivisti e delegati riunitisi a Columbus, in un edificio in mattoni, un tempo era una ferriera adibita a produrre mortai, pistole e cannoni per l'esercito confederato nella guerra civile. A proposito di guerra, l’ex presidente degli Stati Uniti ha espressamente citato quella in corso in Ucraina, spiegando di essere l’unico capace di farla cessare. The Donald ha infatti affermato di voler mettere immediatamente fine al conflitto, quando e se dovesse essere eletto come prossimo presidente Usa.

In termini prettamente politici, il tycoon ha attaccato Joe Biden a più riprese. "Il 5 novembre del 2024 caccerò il corrotto Biden dalla Casa Bianca e finirò il lavoro che ho cominciato", ha detto alla folla di suoi sostenitori accusando l'establishment di Washington di interferenza politica e persecuzione nei suoi confronti. "Nella storia americana non c'è stato un presidente più corrotto di lui", ha incalzato usando l'insulto "crooked" una volta affibbiato a Hillary Clinton.

L’affondo di The Donald

Trump ha descritto il Dipartimento di Giustizia come "un nido malato di persone che deve essere ripulito immediatamente", definendo il consigliere speciale, Jack Smith, "squilibrato" e "hater di Trump". Ha quindi inveito contro i "globalisti", i "guerrafondai" al governo e "la classe politica malata che odia il nostro Paese".

Non solo: Trump ha citato Fani Willis, il procuratore distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, che sta soppesando le accuse penali contro di lui , definendola "una pazza marxista", accusandola di passare tutto il suo tempo cercando di danneggiarlo anzichP occuparsi dei crimini violenti.

Perché la Georgia è uno Stato chiave

A proposito della Georgia, stiamo parlando dello Stato del sud tra quelli chiave da conquistare nelle elezioni del 2024, come è stato nel 2020 e nel 2022. Sempre in Georgia, è in corso l'ennesimo procedimento a carico del tycoon, accusato assieme ai suoi sodali di aver tentato di sovvertire il risultato del voto vinto da Biden nella contea di Fulton.

La decisione del gran giurì sul caso dovrebbe arrivare entro la fine dell'estate, ed è lecito supporre che l'ex presidente voglia conquistare i georgiani e, magari, influenzare quelli della giuria attaccando con il solito argomento della "più grande caccia alla streghe della storia".

La sfida del tycoon

Sabato, in un'intervista a Politico, l'ex presidente ha dichiarato che sarebbe rimasto in corsa anche qualora dovessere essere condannato dal tribunale federale. "Non me ne andrò mai", ha tuonato.

Alla Convention di Columbus c'erano anche Kari Lake, sconfitta alle midterm per il posto di governatore in Arizona, la fedelissima deputata della Georgia Marjorie Taylor Green e il candidato alle primarie repubblicane Asa Hutchinson, l'unico che dopo l'incriminazione ha chiesto al tycoon di farsi da parte.

Intanto, nello stato di DeSantis le autorità stanno rafforzando le misure di sicurezza, come era successo a Manhattan quando Trump era comparso in tribunale per il caso Stormy Daniels.

La polizia di Miami ha assicurato di essere pronta a "lavorare con le forze statali e federali per garantire la sicurezza e tutelare il primo emendamento", ovvero il diritto alla libertà di espressione. Lungo la strada che porta alla corte, sono già state posizionate transenne e altre misure di sicurezza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica