18 missili verso il Giappone. L'avvertimento di Kim: "Attacco preventivo"

Kim Jon Un ha supervisionato la simulazione di un attacco preventivo contro la Corea del Sud con l'impiego di sistemi lanciarazzi multipli in grado di lanciare missili balistici da teatro con testate nucleari

18 missili verso il Giappone. L'avvertimento di Kim: "Attacco preventivo"
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Nelle ultime ore la Corea del Nord ha lanciato oltre dieci missili balistici a corto raggio verso il Mar del Giappone (sembrerebbe 18). Secondo il ministero della Difesa del Giappone "molteplici" missili balistici sono stati lanciati in direzione nord-orientale da un sito di lancio nell'entroterra nordcoreano. Tutti i missili si sarebbero inabissati al di fuori della zona economica esclusiva giapponese, senza danni segnalati ad aerei o navi.

Secondo lo Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, i proiettili sono stati lanciati dalla zona di Sunan, nei pressi della capitale nordcoreana, e si sono inabissati a circa 350 chilometri di distanza dal sito di lancio. I media di Pyongyang hanno scritto che il leader del Paese, Kim Jon Un, ha supervisionato "la simulazione di un attacco preventivo contro la Corea del Sud" con "l'impiego di sistemi lanciarazzi multipli in grado di lanciare missili balistici da teatro con testate nucleari".

L'ultima mossa di Kim

L'annuncio dei media nordcoreani sembra fare riferimento ai citati missili balistici. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Kcna, la manovra è servita a dimostrare la determinazione di Pyongyang a sferrare un attacco preventivo contro il suo vicino meridionale in risposta a minacce dirette alla sua sicurezza e sovranità. La stessa fonte ha accusato Seoul di organizzare "maldestre dimostrazioni armate" nei pressi del confine tra le due Coree e contro "l'esercizio dei legittimi diritti sovrani" da parte della Corea del Nord: un riferimento apparente all'esercitazione aerea che il Sud ha intrapreso lunedì mattina, poche ore prima del tentativo fallito da parte del Nord di lanciare in orbita un secondo satellite spia militare.

Certo è che il primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, ha condannato duramente il lancio dei missili nel corso di una conferenza stampa a Tokyo, aggiungendo che il governo giapponese ha rivolto una protesta formale a Pyongyang attraverso i canali diplomatici a Pechino. I lanci di missili, ha affermato Kishida, costituiscono l'ennesima violazione da parte della Corea del Nord delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Continueremo a raccogliere informazioni e a condurre monitoraggio e sorveglianza, collaborando strettamente con gli Stati Uniti e la Corea del Sud", ha detto Kishida.

Secondo fonti governative citate dalla stampa giapponese, funzionari del Giappone, degli Stati Uniti e della Corea del Sud hanno già tenuto colloqui telefonici in merito al lancio di missili odierno, condannando il Nord per le sue "minacce alla pace e alla stabilità della regione e della comunità internazionale".

Cosa succede in Corea del Nord

Nella penisola coreana la tensione resta altissima. Questa settimana Kim ha minacciato "azioni durissime" in risposta alla dimostrazione di forza militare intrapresa dalla Corea del Sud lunedì 27 maggio, poco prima del tentativo fallito da parte di Pyongyang di immettere in orbita un secondo satellite spia militare. Kim, che martedì ha visitato l'Accademia di scienze della difesa di Pyongyang in occasione del 60mo anniversario dell'istituzione, ha definito la risposta di Seul al lancio satellitare una "pericolosissima provocazione".

Il leader nordcoreano ha definito il programma nordcoreano per il lancio di satelliti spia una scelta "inevitabile" per garantire la sovranità del Paese. Domenica Pyongyang aveva informato il Giappone che avrebbe tentato il lancio di un satellite entro il 4 giugno.

In risposta alla notifica, Seoul ha organizzato la mattina successiva un'esercitazione aerea con l'impiego di 20 velivoli da combattimento in prossimità del confine con la Corea del Nord. Proprio l'esercitazione ha innescato la dura reazione del leader nordcoreano, secondo cui Seul "gioca con il fuoco in un modo che non possiamo perdonare".

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