L’incidente che ha coinvolto l’elicottero del presidente iraniano Ebrahim Raisi domenica 19 maggio non è stato il primo del suo genere. Altri due capi del governo di Teheran sono infatti rimasti vittime di eventi simili, ma ne sono usciti illesi.
Nell’agosto 1980, sullo sfondo dell’escalation di tensioni con l’Iraq di Saddam Hussein che sarebbero sfociate di lì a poco in guerra aperta, il velivolo militare su cui stava viaggiando il defunto presidente Abolhassan Banisadr ebbe problemi tecnici che fecero perdere il controllo al pilota. L’elicottero si schiantò in una zona di confine, ma il capo del governo sopravvisse senza quasi riportare ferite.
I dubbi su quanto accaduto in quell’occasione sono ancora tanti. Al tempo, la situazione dell’Iran era molto difficile per via dell’isolamento internazionale: i rapporti con gli Stati Uniti erano diventati ostili a causa della crisi degli ostaggi (1979-1981) e l’opposizione interna al regime era ancora forte. In più, Banisadr manifestò più volte il suo disaccordo con le decisioni dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, il primo capo della Repubblica islamica. Nel 1981, la guida suprema dell’Iran depose il presidente e la guardia rivoluzionaria si impadronì del suo palazzo. Banisadr fu costretto a fuggire e a riparare in Francia, dove fondò assieme a Massoud Rajavi il Consiglio della resistenza iraniana attivo ancora oggi. È morto a Versailles nel 2021 a 88 anni, dopo una lunga malattia.
L'incidente del falco Ahmadinejad
Il 2 giugno 2013, invece, l’elicottero che trasportava il “falco” Mahmoud Ahmadinejad e un gruppo di funzionari governativi fu costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza nella catena montuosa dell’Alborz, situata nel nord dell’Iran, a causa di “problemi tecnici”. In quell’occasione, nessuno rimase ferito. L’incidente avvenne mentre il capo del governo era diretto nella provincia di Mazandaran per inaugurare tre progetti stradali.
Negli ultimi anni della sua presidenza, anche Ahmadinejad si è scontrato con la guida suprema della Repubblica islamica a causa del suo approccio riformista.
Dopo la sostituzione del ministro Manuchehr Mottaki, vicino a Khamenei, la tentata rimozione del titolare dell’intelligence Heidar Moslehi e la decisione di coinvolgere maggiormente le donne nella vita politica del Paese, diverse personalità vicine al presidente sono diventate bersaglio di attacchi della stampa e indagini giudiziarie. Nel 2017, Ahmadinejad si è ricandidato per le elezioni presidenziali, ma il Consiglio dei guardiani gli ha impedito di partecipare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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