Da Macron a Tajani, la condanna della politica all'assalto in Brasile

I leader del pianeta sostengono Lula e il Brasile. Tutta la maggioranza italiana condanna le violenze: "Rispettare sempre il risultato elettorale"

Da Macron a Tajani, la condanna della politica all'assalto in Brasile

Mentre in Brasile andava in scena la "Capitol Hill" verdeoro con l'assalto dei sostenitori di Jair Bolsonaro al Palazzo del Planalto e agli altri centri del potere di Brasilia, nel mondo non sono mancate le dichiarazioni di sostegno a Lula e alla democrazia del gigante latinoamericano.

Ferme, innanzitutto, le condanne all'assalto al Congresso di Brasilia da parte degli alleati latinoamericani di sinistra di Lula. Secondo il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez, che spera nel ritorno di Lula al potere come volano per la sua rielezione, l'assalto rappresenta un "tentativo di colpo di Stato". Il capo dello Stato cileno, Gabriel Boric, ha invece definito "inqualificabile l'attacco ai tre poteri dello Stato del Brasile".

I leader dell'Ue al fianco del Brasile

La prima attestazione di solidarietà fuori dall'America Latina è arrivata dall'Unione Europea. "Profondamente preoccupato per quanto sta accadendo in Brasile. La democrazia deve essere sempre rispettata. Il Parlamento europeo sta da parte del Governo Lula e tutte le istituzioni legittimamente e democraticamente elette", scrive in un tweet la presidente dell'emiciclo di Strasburgo Roberta Metsola.

Per il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel Lula "è stato democraticamente eletto da milioni di brasiliani con un voto equo e libero" che va rispettato, mentre l'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Josep Borrell si è detto "costernato".

Per Emmanuel Macron "la volontà del popolo brasiliano e delle istituzioni democratiche deve essere rispettata! Il Presidente Lula può contare sull'appoggio incrollabile della Francia". Mentre per il premier spagnolo Pedro Sanchez "l'assalto al Congresso brasiliano danneggia la normalità democratica".

Il sostegno Usa alla democrazia brasiliana

Sostegno forte anche dagli Stati Uniti e Joe Biden, con il Dipartimento di Stato guidato da Tony Blinken che ha parlato di "inaccettabile violenza".

Dopo il segretario di Stato americano, anche il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha condannato la protesta di estrema destra in Brasile. "Gli Stati Uniti condannano qualsiasi tentativo di minare la democrazia in Brasile. Il presidente Biden sta seguendo da vicino la situazione e il nostro sostegno alle istituzioni democratiche del Brasile è incrollabile", ha twittato Sullivan.

La maggioranza italiana difende la legittimità di Lula

Al fianco di Lula anche il governo Meloni: Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, ha dichiarato: "Sto seguendo con preoccupazione quanto sta accadendo in Brasile. Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati".

L'Italia considera il Brasile un partner fondamentale nel G20 e nell'ordine democratico internazionale. Tajani, esponente di maggior peso di Forza Italia nel governo, ha dato il là a un compattamento della maggioranza di centrodestra a favore della legittimità del voto democratico che ha riportato la Sinistra di Lula al potere in Brasile, spegnendo sul nascere le polemiche sul mancato intervento del governo a favore di Lula nelle prime ore dell'evento sorte a Sinistra. Nei fatti la presa di posizione italiana è arrivata a ridosso delle dichiarazioni pubbliche di Francia, Usa e Unione Europea.

Il premier Giorgia Meloni ha ritwittato sul suo profilo ufficiale le parole di Tajani, che attestano la compatteza della posizione del governo italiano. E' arrivata anche la posizione ufficiale della Lega di Matteo Salvini, che ha commentato in maniera inequivocabile: "Condanniamo ogni tipo di violenza, in Brasile come ovunque. Il libero voto dei cittadini si rispetta, sempre", riporta una nota del Carroccio. Le forze conservatrici italiane anticipano sul tempo figure del campo progressista come Justin Trudeau e Olaf Scholz che, alle 23 italiane, erano ancora silenti sul tema della condanna alla violenza in Brasile.

E prendono posizione, se ce ne fosse bisogno ulteriore, a favore dello schieramento dell'Italia nel campo dei valori liberali e democratici. A prescindere dal colore del governo dei Paesi partner e amici.

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