Da conservatrice alla svolta woke: campagna di boicottaggio contro la catena Chick-fil-A

La catena di sandwich di pollo statunitense ha assunto un vice direttore per promuovere la diversità, l'equità e l'inclusione: sui social si moltiplicano le richieste di boicottaggio

Da conservatrice alla svolta woke: campagna di boicottaggio contro la catena Chick-fil-A
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Con l'avvicinarsi del Pride Month molte aziende hanno deciso di avvicinarsi al mondo Lgbt, con iniziative mirate per attirare un nuovo segmento di mercato. Da Bud Light a Target, passando per Adidas: diverse realtà hanno dedicato spazio all'universo Lgbt, scatenando veementi proteste sui social network. Anche le società più legate al mondo conservatore hanno sposato la causa, a partire da Chick-fil-A, celebre catena di sandwich di pollo statunitense nota per la chiusura domenicale mirata a glorificare Dio. Una svolta woke che non è piaciuta al principale bacino di consumatori: nelle ultime ore si sono moltiplicate le campagne di boicottaggio in rete.

Bufera per la svolta woke di Chick-fil-A

A scatenare la rabbia di molti utenti conservatori su Twitter è stata la notizia - in realtà vecchia, di due anni - dell'assunzione di un vice presidente DEI, ovvero dedicato alle diversità, all’equità ed all’inclusione. Una posizione mirata a promuovere una nuova cultura aziendale in controtendenza con le radici conservatrici ed i valori religiosi."Siamo migliori insieme" il nuovo manifesto, ricordando che "l'impegno per essere Better at Together significa incorporare Diversità, Equità e Inclusione in tutto ciò che facciamo”. L'iniziativa DEI di Chick-fil-A spera di "concentrarsi sulla promozione della parità di accesso alle opportunità, valorizzando le differenze e creando una cultura di appartenenza". La catena con sede in Georgia, inoltre, ha sottolineato di aver sostenuto varie organizzazioni, tra cui Women in Business (WIB) e Black Employee Resource Group (BERG).

In molti hanno interpretato questo cambio di rotta di Chick-fil-A come una sorta di condivisione della furia iper-progressista esplosa negli Stati Uniti. Anche perchè la catena a stelle e strisce non è nuova ai dibattiti mediatici. Negli anni passati è stata travolta dalle critiche per aver sostenuto le cause anti-Lgbt, in particolare per le donazioni fatte a gruppi contrari al matrimonio omosessuale. Nonostante queste controversie, Chick-fil-A è stata nominata la catena di fast food preferita dagli americani per otto anni consecutivi.

Ma ora dovrà fare i conti con le ripercussioni delle campagne di sabotaggio nate online, sottovalutarle sarebbe un errore come dimostrato dal caso Bud Light: il celebre marchio di birra ha perso decine di miliardi di dollari in poche settimane e deve fare i conti con un esponenziale calo delle vendite in gran parte del Paese. Per il momento i vertici di Chick-fil-A non hanno preso posizione: l'ultima comunicazione riguarda l'impegno dell'azienda in alcune iniziative benefiche.

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