Cybergiallo a Mosca: Zelensky e Poroshenko eliminati dalla lista dei ricercati

L'ex presidente ucraino e l'attuale leader di Kiev erano stati inseriti nel database del ministero degli Affari interni ai sensi di un articolo del codice penale mai specificato

Cybergiallo a Mosca: Zelensky e Poroshenko eliminati dalla lista dei ricercati
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Mistero nei database russi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’ex leader di Kiev Petro Poroshenko sono scomparsi dalla lista dei ricercati del ministero degli Affari interni russo, in cui erano stati di recenti inseriti. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa Tass, secondo cui quando si inseriscono le richieste corrispondenti ai due politici ucraini, compare la scritta: “Non ci sono informazioni disponibili per la tua richiesta”.

I motivi dell’eliminazione di Zelensky e Poroshenko dalla lista non sono stati specificati. I due erano stati inseriti nell’elenco il 4 maggio, “ai sensi di un articolo del codice penale” che non era mai stato specificato. La mossa del Cremlino era stata vista come l’ennesima escalation del conflitto in corso in Ucraina, perché avrebbe reso in particolare l’attuale presidente di Kiev un bersaglio di Mosca a tutti gli effetti. Il fatto che il suo nome sia stato cancellato è dunque difficilmente collegabile a una decisione delle autorità russe. Potrebbe essere la conseguenza di un attacco hacker dei servizi di sicurezza del Paese invaso, di partigiani russi o di gruppi filo-ucraini.

Oltre a inserirlo nella lista dei ricercati, le autorità del Cremlino hanno tentato almeno una dozzina di volte di assassinare Zelensky. L’ultimo complotto è stato sventato il 7 maggio, grazie all’operato del controspionaggio e dei servizi di sicurezza di Kiev che hanno portato all’arresto di due colonnelli dell’Udo, l’Amministrazione statale per la sicurezza che si occupa proprio della protezione della leadership ucraina. Stando alle indagini dell’Sbu, gli alti ufficiali traditori sono stati pagati “tra i 46mila e i 74mila euro” e avrebbero dovuto eliminare non solo il presidente, ma anche il capo dell’intelligence militare Vasyl Malyuk e il vertice dei servizi segreti Kyrylo Budanov. A seguito della scoperta del complotto, il presidente ha licenziato il capo dei colonnelli arrestati Sergiy Leonidovich Rud.

L’omicidio di Zelensky avrebbe dovuto essere “un regalo per Putin” in occasione del suo quinto insediamento alla presidenza della Federazione. Fin dall’inizio del conflitto, il Cremlino ha inviato agenti dell’Fsb, mercenari e commando ceceni nel tentativo di sbarazzarsi del leader nemico. La sicurezza che circonda il presidente, però, è sempre stata in grado di vanificare gli sforzi degli invasori.

Zelensky è circondato da tre livelli di sicurezza diretta e costantemente monitorato da satelliti americani britannici, velivoli da ricognizione e radar. Inoltre, si muove quasi sempre di notte su anonimi vagoni letto e solo i suoi collaboratori conoscono i dettagli degli spostamenti.

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