Tunnel segreti, esplosioni e le sagome nel deserto: cosa succede nei deserti della Cina

Si susseguono le attività militari della Cina in alcune tra le aree più remote del Paese. L’ultima coincide con la comparsa nel deserto di Taklamakan di una sagoma di una portaerei Usa

Tunnel segreti, esplosioni e le sagome nel deserto: cosa succede nei deserti della Cina
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La costruzione di una sagoma a grandezza naturale della portaerei statunitense USS Gerald R. Ford nel deserto di Taklamakan, nella provincia dello Xinjiang. Nuovi tunnel orizzontali scavati nel fianco delle montagne nella base di Lop Nur, gli stessi utilizzati in passato per testare armi nucleari, oltre a decine e decine di silos progressivamente comparsi nella prefettura di Hami, sempre nell’estremo Occidente cinese. E poi i residui di una recente esplosione nel deserto del Gobi, ad Ejina Banne, nella Mongolia Interna, in un sito solitamente utilizzato per lanciare veicoli in orbita e testare missili di lunga-media gittata. Si susseguono le attività militari della Cina in alcune tra le aree più remote del Paese. L’ultima, come anticipato, coincide con la comparsa di un mezzo degli Stati Uniti, a dimensioni reali, presumibilmente utilizzato dalle forze di Pechino per testare i loro armamenti. Una pratica utile qualora, in futuro, dovesse scoppiare un conflitto contro gli Usa.

La sagoma della portaerei Usa nel deserto cinese

L'immagine del nuovo bersaglio vettore è stata immortalata lo scorso primo gennaio da Planet Labs. Nella foto sono visibili sia la silhouette in scala, nera, a forma di USS Gerald R. Ford, che i futuri vettori di quella classe, lunghi circa 1.085 piedi. Il sito dove sorge la sagoma del colosso dei mari Usa si trova nel remoto deserto del Taklamakan.

Il sito The Drive ha scritto che Pechino nell'area ha costruito anche una replica di un modello del cacciatorpediniere della classe Burke e muraglioni che ricordano i moli di un porto. Chiara la finalità di queste costruzioni: sfruttare le repliche dei mezzi nemici per effettuare training militare e calibrare contro di essi eventuali attacchi aerei e missilistici. Da replicare, in caso di necessità, anche nella realtà.

Nello specifico, gli analisti ritengono che bersagli del genere servano alla Cina per perfezionare la sua capacità di ingaggiare portaerei americane e altre navi da guerra su lunghe distanze, oltre che per testare il crescente arsenale di missili balistici e da crociera anti-nave. Tutto questo, insomma, rifletterebbe la tendenza costante da parte dell'Esercito popolare di liberazione cinese (Pla) si creare obiettivi navali terrestri fedeli alla realtà per simulare battaglie, attacchi, situazioni di emergenza.

Il rafforzamento militare della Cina

L'arsenale "negazione dell'accesso e negazione dell'area" della Cina continua ad espandersi con particolare attenzione alle capacità anti nave. Pechino ha una gamma crescente di jolly militari da affinare, in primis missili da crociera anti nave sempre più avanzati che possono essere lanciati da aerei, navi e sottomarini nonché da lanciatori terrestri. L’esercito cinese è pronto anche a maneggiare missili da crociera ipersonici anti nave. Allo stesso tempo, anche la capacità del Pla di rilevare e rintracciare le portaerei e altri mezzi da guerra rivali, e di farlo sempre più lontano dalle sue coste, è cresciuta notevolmente negli ultimi anni.

Ricordiamo che negli ultimi anni la preoccupazione dei funzionari Usa in merito ad un potenziale conflitto di fascia alta con la Cina nel Pacifico - presumibilmente a causa dello status di Taiwan o in un altro punto di infiammabilità nella regione, come il contestato Mar Cinese Meridionale - è salita notevolmente.

Mentre il fatto che Pechino abbia costruito nei minimi dettagli una sagoma che rappresenta la USS Gerald R. Ford dimostrerebbe come il Dragone continui a porre grande enfasi sull'essere in grado di sfidare i vettori americani in qualsiasi conflitto futuro.

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