I voli, i corrieri e le 15 tonnellate di cannabis: il triangolo della droga che minaccia l'Europa

Il contrabbando di cannabis dall'Asia al Regno Unito, e da qui al resto d’Europa, ha raggiunto livelli record. Ecco che cosa sta succedendo

I voli, i corrieri e le 15 tonnellate di cannabis: il triangolo della droga che minaccia l'Europa
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Da due anni a questa parte, il contrabbando di cannabis dalla Thailandia al Regno Unito, e da qui al resto d’Europa, ha raggiunto livelli record. I porti e gli aeroporti dell’Uk sono presi d’assalto da sostanze stupefacenti esportate dai trafficanti asiatici. Soltanto nelle ultime due settimane, oltre 260 chilogrammi di cannabis sono stati scoperti in valigie trasportate da passeggeri in arrivo da Bangkok in vari scali inglesi. Tra gli arrestati più recenti figurano due malesi che si sono aggiunti ad una lista di altri 90 connazionali trattenuti da Londra, dall’inizio del 2024 ad ora, per reati legati alla cannabis. Da quando, nel 2022, la Thailandia è diventata la prima nazione asiatica a depenalizzare questa sostanza, sono incrementati i contrabbandieri che dal continente cercano di esportare la merce all’ombra della City. E da lì, grazie a sofisticate reti locali, nelle principali capitali europee.

La droga che minaccia Londra

La National Crime Agency (NCA) del Regno Unito ha già lanciato l’allarme sul fatto che i gruppi della criminalità organizzata hanno iniziato a coltivare sempre più cannabis in Thailandia, e che da qui vari gruppi di contrabbandieri stanno esportando il materiale in Europa passando da Londra. Solo quest'anno, ha scritto il South China Morning Post, gli ufficiali di frontiera dell’Uk hanno sequestrato 15 tonnellate di cannabis, tre volte il totale del 2023, la maggior parte proveniente da Thailandia, Stati Uniti e Canada.

Pochi giorni dopo l'avvertimento della NCA, le autorità britanniche hanno intercettato 60 chilogrammi di cannabis per un valore di 600.000 sterline nel bagaglio di due donne che volavano in business class da Bangkok all'aeroporto di Stansted, a Londra. Questo bottino particolare tra l’altro, era collegato al calciatore professionista Jay Emmanuel-Thomas, accusato di aver orchestrato il piano di importazione. L'attaccante trentatreenne, che in passato ha militato anche nel'Arsenal e che ora gioca nel Greenock Morton, seconda divisione scozzese, ha negato le accuse ma è stato trattenuto in attesa del processo.

Cannabis made in Thailandia

La cannabis è classificata come narcotico di classe B dalla legge britannica, il che ne rende illegali l'importazione, la vendita e l'uso ricreativo, sebbene l'applicazione delle norme in materia di uso, in particolare, sia incoerente in un Paese in cui la droga è ampiamente diffusa. Certo è che l’asse tra Londra e Bangkok si sta rivelando a dir poco “stupefacente”. Un mese fa, infatti, la dogana thailandese ha sequestrato 1,4 tonnellate di cannabis dirette nel Regno Unito, nascoste in contenitori etichettati come pavimenti in gomma per centri fitness, per un valore di circa 25 milioni di baht (762.000 dollari) a livello nazionale.

Mentre la coltivazione di cannabis è legale in Thailandia per scopi medicinali, l'esportazione della pianta rimane illegale.

"È improbabile che i thailandesi abbiano la capacità o il capitale per coltivare più di una tonnellata come questa", ha tuttavia spiegato a This Week in Asia una fonte anonima thailandese, secondo cui i trafficanti stranieri probabilmente si procurerebbero la droga in piccole quantità tramite broker prima di combinarla per l'esportazione. Il Regno Unito, dunque, ha lanciato l'allarme. Un allarme che riguarda l'intera Europa.

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