Le doppie file di Valencia

Due immagini raccontano il dolore dell'alluvione: i volontari a spalare e i superstiti a riconoscere i morti nel tribunale trasformato in obitorio

Le doppie file di Valencia
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Per raccontare il dolore di Valencia usiamo due immagini, più eloquenti di mille parole. Raccontano di due file: la prima è quella dei parenti delle vittime, in attesa di entrare nel tribunale della città – trasformato in un obitorio – e riconoscere il corpo dei propri cari. Con quella vocina in fondo al cuore che continua a ripetere: “Dio, fai che non sia li, fai che non sia lì”.

La seconda fila è quella degli angeli del fango: ragazzi e ragazze arrivati da mezza Spagna armati di pale e stivaloni per aiutare. Un po’ come accaduto lo scorso anno in Emilia Romagna, hanno scatenato un’ondata di solidarietà commovente. Piangono e ridono, si organizzano in turni e pause panino ma non mollano un attino, piegati in due a svuotare cantine, liberare auto e far defluire il fango prima che si secchi e diventi cemento.

La Spagna è devastata nell’anima: c’è gente che ha, fissa nella bocca dello stomaco, l’immagine delle persone sparite nell’acqua, trascinate via in un secondo. Chi si è salvato racconta per esorcizzare il trauma. “Mi hanno urlato 'esci dalla macchina, esci dalla macchina', perché non mi ero resa conto del pericolo", io non mi stavo muovendo e allora mi hanno tirata fuori, accanto a un muro ci siamo riparati io e un'altra trentina di persone, a un certo punto, quando l'acqua si era abbassata un po' di livello, una persona ha detto: prendiamoci tutti per la mano e andiamo a rifugiarci in quella struttura”, così abbiamo fatto e ci siamo salvati”. E' il racconto di una residente di Picanya, Maike, 50 anni, che si è salvata dall'alluvione. La donna era uscita dal lavoro a Benetusser, nell'area metropolitana di Valencia, martedì sera e stava cercando di andare a prendere i figli a Picanya ma la polizia aveva bloccato la strada più rapida per arrivarci. Mentre si trovava in auto, la donna ha raccontato che ha visto arrivare un'ondata con le macchine che galleggiavano da una parte, e un'altra onda da un'altra parte.

E poi ci sono gli anziani delle case di riposo. Molti morti inermi, altri rimasti con le gambe a mollo, bloccati sulla sedia a rotelle per ore. Ma vivi.

In una Rsa di Paiporta sono morte 6 persone e, in un video registrato da un cuoco del centro e condiviso da un suo parente su X, si vede come l'acqua e il fango abbiano quasi completamente invaso l’interno dell’edificio, superando il metro di altezza. In altri istituti gli infermieri hanno preso in spalla gli ospiti in vestaglia e li hanno messi in salvo, sfoderando una forza che forse arriva salvifica solo quando te la giochi tutta, solo nell’emergenza.

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