Rispunta lo "Sciamano" di Capitol Hill: il complottista di QAnon si candida al Congresso

Lo "Sciamano" di QAnon, condannato a 41 mesi di carcere per l'insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, vuole candidarsi al Congresso

Rispunta lo "Sciamano" di Capitol Hill: il complottista di QAnon si candida al Congresso
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Sono scolpite nella memoria degli americani e del mondo intero le immagini, sconcertanti e sconvolgenti, dello "Sciamano" di QAnon a capo dell'assalto dei sostenitori dell'ex presidente Donald Trump all'interno di Capitol Hill. Era il 6 gennaio 2021, e Jacob Chansley - conosciuto anche come Jake Angeli - entrava nel Campidoglio di Washington, Dc, insieme a un gruppo di esagitati supporter di The Donald, sfoggiando un look a dir poco bizzarro, da "Sciamano" appunto, con volto dipinto a stelle e strisce e in testa un cappello di pelliccia e corna da vichingo, il tutto mentre impugnava una bandiera degli Stati Uniti. Per l'assalto al Campidoglio, il 17 novembre 2021 è stato condannato a 41 mesi di carcere: ne ha scontati 27 mesi prima di essere trasferito in una casa di accoglienza a Phoenix, nel marzo 2023. E ora, secondo quanto riportato da Cbs News, vuole provare a candidarsi al Congresso.

Il ritorno in campo dello Sciamano

Fatti i conti con la giustizia, ora l'ex seguace di QAnon Jacob Chansley, 35 anni, vuole entrare al Campidoglio non più da improbabile "Sciamano" e adepto di una bizzarra teoria cospirazionista, ma da deputato. I documenti scovati da Cbs News mostrano che il 35enne ha presentato nei giorni scorsi una dichiarazione di interesse per la candidatura, indicando di volersi candidare come libertario alle elezioni del prossimo anno per l'ottavo distretto congressuale dell'Arizona. La deputata Debbie Lesko, 64enne repubblicana che rappresenta il distretto dal 2018, ha infatti annunciato il mese scorso che non si candiderà.

Il suo mandato termina ufficialmente nel gennaio 2025, e così per l'ex Sciamano si presenta un'occasione unica. Ma può un condannato candidarsi alle elezioni degli Stati Uniti? Sì, perché come riporta Cbs, la Costituzione degli Stati Uniti non vieta ai condannati in via definitiva di ricoprire cariche federali. Tuttavia, c'è un ostacolo di cui tenere conto: la legge dell'Arizona proibisce infatti ai condannati di votare fino a quando non abbiano scontato la loro pena e ottenuto il ripristino dei loro diritti civili.

La vicenda giudiziaria di Capitol Hill

Jacob Chansley, ex seguace di QAnon, è tra le oltre 700 persone condannate per reati federali legati alla rivolta del Campidoglio. Secondo le autorità, Chansley è stato tra i primi rivoltosi a entrare a Capitol Hill, usando megafono per aizzare la folla. Trattasi, secondo Business Insider, della più grande indagine penale nella storia degli Stati Uniti. Le condanne variano: si passa dalle multe per i reati minori alla libertà vigilata o addirittura al carcere per quelli più gravi. Circa 220 persone sono state condannate a periodi di reclusione in carcere mentre altri 100 imputati sono finiti agli arresti domiciliari, secondo l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Washington.

Sei manifestanti sono stati inoltre condannati per l’accusa di "cospirazione sediziosa" e di essersi opposti "al legittimo trasferimento del potere presidenziale con la forza" impedendo o ritardando la certificazione

del voto elettorale. E Donald Trump? Il procuratore speciale Jack Smith lo ha incriminato nei mesi scorsi, mentre l'ex presidente si è dichiarato non colpevole. Ma il futuro su questa vicenda giudiziaria è ancora tutto da scrivere.

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