Giornalisti, oppositori, killer e hacker: chi sono i prigionieri scambiati tra Usa e Russia

Sono 26 le persone rilasciate da Russia, Usa e rispettivi alleati nell'ambito dello scambio più grande dai tempi della Guerra fredda. Il processo è avvenuto in Turchia e, secondo il presidente Biden, è stata una grande impresa diplomatica

Giornalisti, oppositori, killer e hacker: chi sono i prigionieri scambiati tra Usa e Russia

La loro agonia è finita”. Con queste parole, il presidente americano Joe Biden ha confermato in conferenza stampa il maxi scambio di prigionieri con Mosca, il più numeroso dai tempi della Guerra fredda. In totale, entrambe le parti hanno liberato 26 persone, 16 delle quali rilasciate dalle autorità russe. Tra questi, vi sono tre americani, un titolare di green card, cinque tedeschi e sette cittadini della Federazione detenuti nel loro Paese per ragioni politiche.

I prigionieri liberati da Russia e Bielorussia

Paul Whelan: l'ex marine

L’ex marine 53enne è stato arrestato in Russia nel 2018 per presunto spionaggio. Stando a quanto reso noto dai servizi segreti del Cremlino, era in possesso di una chiavetta usb contenete informazioni riservate. Paul Whelan era stato condannato a 16 anni di carcere e si è sempre dichiarato innocente, definendosi un prigioniero politico della Federazione.

Evan Gershkovich: il reporter accusato di spionaggio

Il giornalista del Wall Street Journal è stato arrestato il 29 marzo 2023 mentre si trovava negli Urali, per preparare un servizio sul gruppo Wagner, la compagnia militare privata fondata da Evgenij Prigozhin. È stato condannato a 16 anni per spionaggio dal tribunale regionale di Ekaterinburg, da scontare in una colonia penale a regime severo. Durante il processo-lampo, durato appena tre giorni, l’accusa non ha mai presentato prove sulla colpevolezza dell’imputato, la cui versione dei fatti non è stata neanche presa in considerazione.

Alsu Kurmasheva: la giornalista condannata per fake news sull'esercito

Giornalista russo-americana per Radio Free Europe/Radio Liberty, è stata condannata a luglio a sei anni e mezzo di carcere per aver diffuso informazioni false sulle forze armate. La sentenza è arrivata al termine di un processo svoltosi in segreto. La condanna è stata emessa dal tribunale di Kazan, la capitale della regione del Tatarstan, e la giornalista avrebbe dovuto scontare la pena in una colonia detentiva.

Vladimir Kara-Murza: l'attivista dell'opposizione

Il giornalista e collaboratore di due persone invise a Putin, il leader dell’opposizione Boris Nemtsov ucciso nel 2015 e l’oligarca divenuto dissidente Mikhail Khodorkovsky, Kara-Murza è un cittadino britannico-russo e titolare di green card americana. Si trovava in carcere dall’11 aprile del 2022 e, l’anno successivo, è stato condannato per “aver consapevolmente diffuso informazioni false sulle forze armate russe” durante un intervento alla Camera dei rappresentanti dell’Arizona. Nel maggio del 2024, la Corte suprema della Federazione ha respinto il suo ricorso contro la sentenza che lo ha condannato per alto tradimento a 25 anni di carcere, confermando l’esito del processo. Nel 2017 e nel 2019, Kara-Murza era stato ricoverato in ospedale con sintomi di avvelenamento.

Lilia Chanysheva: la collega di Navalny

Attivista anti-Putin e vicina al defunto Alexei Navalny, nel 2023 è stata condannata a sette anni e mezzo di carcere. I giudici l’hanno ritenuta colpevole, tra le altre cose, di “estremismo” e “gestione di una società estremista”. Chanysheva, 42 anni, ha guidato le attività di Navalny nella regione del Bashkortostan. Secondo quanto riportato da Amnesty International, durante il processo il Comitato investigativo russo l’ha privata del suo diritto ad avere un avvocato.

Sasha Skochilenko: l'artista ribelle

Artista 33enne di San Pietroburgo, nel 2023 è stata condannata a sette anni in una colonia penale per aver “screditato l’esercito russo”, sostituendo nei supermercati i cartellini dei prezzi con messaggi contro la guerra. Si trovava in carcere dal 2022 e i suoi avvocati ne avevano richiesto l’assoluzione, affermando che le malattie croniche di cui soffre avrebbero rischiato di farla morire dietro le sbarre.

Oleg Orlov: l'attivista che ha accusato Putin di "fascismo"

L’attivista per i diritti umani è stato condannato a due anni e mezzo di carcere nell’ottobre scorso. La sentenza è stata confermata l’11 luglio dal tribunale di Golovinski. Orlov è finito nel mirino del sistema giudiziario della Federazione per la pubblicazione di un articolo intitolato “Volevano il fascismo, l'hanno ottenuto” scritto per la testata francese Mediapart, in cui il dissidente ha definito “fascista” il regime di Vladimir Putin.

Ilya Yashin: l'oppositore rimasto in patria

Attivista e membro dell’opposizione, è uno dei pochi critici del Cremlino che aveva deciso di rimanere in Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina. È stato arrestato nel giugno del 2023, mentre passeggiava in un parco a Mosca. La giustizia della Federazione lo aveva condannato a otto anni e mezzo di carcere per aver diffuso informazioni false sulle forze armate.

Rico Krieger: il paramedico arrestato da Minsk

Ex medico della Croce rossa, il 30enne tedesco è stato rilasciato dalla Bielorussia. Era stato condannato in un processo a porte chiuse tenutosi a giugno per sei reati, tra cui terrorismo, attività mercenaria e sabotaggio. A luglio, è stato graziato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko dopo che era stato deciso di condannarlo a morte per fucilazione.

I prigionieri liberati dagli Usa e dai loro alleati

Vadim Krasikov: il killer di Berlino

Ex agente dell’Fsb, si trovava in carcere in Germania dal 2021 per aver ucciso in territorio tedesco Zelimkhan Khangoshvili, in passato comandante dei ribelli ceceni, con due colpi di pistola in un parco di Berlino. La Russia ne chiedeva la liberazione da anni e una precedente trattativa per ottenerne il rilascio si era interrotta dopo la morte in carcere di Alexei Navalny

Pavel Rubtsov: il giornalista-spia

Noto con il falso nome di Pablo Gonzalez, è stato arrestato nel febbraio del 2022 al confine tra Polonia e Ucraina. Le autorità di Varsavia lo hanno accusato di sfruttare la sua professione da giornalista per raccogliere informazioni da inviare all’esercito russo.

Roman Seleznev: l'hacker che rubava le carte di credito

Arrestato nel 2014 alle Maldive e

condannato a 27 anni di carcere negli Stati Uniti per furto di identità e truffa informatica, è un hacker russo che riusciva a rubare i dati delle carte di credito americane utilizzate online.

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