L'escalation delle armi e i nuovi focolai: perché non si spegne la rivolta in Francia

In Francia cresce il rischio di una nuova escalation dopo la morte di un giovane colpito da un proiettile di gomma sparato dalla polizia. E nell'occhio del ciclone sono finite le cosiddette "armi intermedie"

L'escalation delle armi e i nuovi focolai: perché non si spegne la rivolta in Francia
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Quando sembrava che le proteste per la morte di Nahel stessero gradualmente attenuandosi, ecco un'inaspettata scintilla che potrebbe generare una nuova escalation in tutta la Francia. Il motivo è da ricercare nella morte di un ragazzo di 27 anni a Marsiglia, deceduto probabilmente a causa di un violento colpo al petto causato da un proiettile "tipo flash-ball". L'episodio è avvenuto sabato ma la notizia è stata diffusa soltanto adesso. La procura di Marsiglia ha aperto un'inchiesta per "colpi mortali con uso o minaccia di arma". Adesso si teme che la rabbia dei manifestanti possa tornare a sfociare nelle strade francesi.

La nuova scintilla

I risultati dell'indagine sulla morte del 27enne potrebbero riaccendere la miccia delle proteste. Le autorità hanno cercato di gettare acqua sul fuoco, spiegando che non è ancora possibile determinare dove si sia verificato l'incidente che ha coinvolto il giovane. Sappiamo che il ragazzo è stato colpito da un proiettile di gomma del tipo flash ball lanciato dalla polizia a Marsiglia mentre gli agenti erano impegnati a contenere le rivolte.

Franceinfo ha scritto che la vittima è stata trovata in Cours Lieutaud, nel cuore della città. È stata trasferita in ospedale e qui sarebbe deceduta. Nella notte tra il 1 e il 2 luglio il ragazzo si sarebbe trovato alla guida di uno scooter. Nella zona, hanno confermato le autorità, si stavano svolgendo operazioni di tipo antisommossa e saccheggio, "ma non è possibile stabilire se la vittima vi avesse preso parte o se fosse in grado di muoversi in un'area del genere", ha ribadito la procura.

Il rischio escalation

La Francia, insomma, trattiene il fiato in attesa di capire se ci sia un collegamento tra i disordini e gli episodi di Marsiglia. E, in caso affermativo, se questo possa portare a nuove ondate di proteste. "Gli elementi dell'inchiesta rendono probabile che la morte sia stata causata da un violento impatto al torace provocato dal lancio di un proiettile tipo flash-ball", hanno spiegato gli inquirenti. "Questo impatto ha portato all'arresto cardiaco e alla morte in tempi brevi", ha aggiunto la solita procura di Marsiglia, dove sono tra l'altro stati schierati poderosi rinforzi, tra cui l'unità d’élite della gendarmeria, il Gign, e della polizia, il Raid.

Nel mirino, intanto, sono finite le armi utilizzate dalla polizia. I proiettili di gomma sono lanciati da quelle che vengono definite "armi intermedie", in teoria non letali, ma solo a patto di un loro utilizzo secondo le regole. Ovvero: un impiego da una distanza superiore ai tre metri e solo mirando alle gambe.

Questi strumenti sono stati introdotti nel 2007 dall'allora presidente francese Nicolas Sarkozy. A detta del sociologo e politologo Sebastien Roché, armi del genere risponderebbero alla logica dell'escalation, in una logica secondo cui, se i criminali fanno paura, è necessario far loro ancora più paura. Al contrario, in altri Paesi come Germania e Regno Unito, le forze dell'ordine adottano una filosofia opposta, quella della de-escalation. Accanto ai già molteplici problemi, Parigi dovrebbe insomma interrogarsi anche su un altro nodo spinoso: la gestione dell'ordine pubblico.

Possibile stretta social

In vista di una nuova fiammata delle proteste il governo sta pensando a una stretta sui social. Dal governo fanno sapere che non si tratta di un "black-out generalizzato" delle piattaforme internet, ma piuttosto della sospensione di alcune funzionalità, in particolare quelle per la geolocalizzaione. Una misura che rischia di scatenare nuove polemiche.

Intanto prosegue la conta dei danni. Dall'inizio dei disordini sono bruciati o stati danneggiati ben 1.100 edifici e 270 tra commissariati e gendarmerie. Tra le forze dell'ordine i feriti più o meno gravi sono stati almeno 800. Nell'Ile-de-France, regione parigina che concentra il 20% della popolazione, la compagnia Ratp ha fatto sapere che almeno 40 bus sono stati dati alle fiamme bruciati, con "danni per almeno 20 milioni di euro".

La sinistra in piazza

Oltre alla piazza, anche il mondo politico pare in fermento. Oltre 90 organizzazioni della sinistra - tra partiti, sindacati e associazioni - hanno organizzato per sabato una serie di "cortei civici" in tutta la Francia per esprimere "lutto e collera" e denunciare le politiche ritenute "discriminatorie" nelle periferie

La sinistra, strizzando l'occhio al movimento "Made in Usa" Black Lives Matter, chiede "una profonda riforma della polizia, delle sue tecniche di intervento e dei suoi armamenti". Nel frattempo da Bruxelles è arrivato il monito del commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders.

Intervistato dalla Rtb, l'ex ministro belga si è mostrato preoccupato per "il livello molto elevato di violenza" in Francia e ha invocato l'avvio di una "riflessione" sulla dottrina francese di mantenimento dell'ordine pubblico.

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