"Monitorata dagli 007": Eva Kaili fa causa al Parlamento europeo

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, coinvolta nell'inchiesta belga sul Qatargate, ha fatto causa al Parlamento europeo "per violazione della sua immunità parlamentare"

"Monitorata dagli 007": Eva Kaili fa causa al Parlamento europeo
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Eva Kaili ha fatto causa al Parlamento europeo. L'ex vicepresidente dello stesso Parlamento europeo, coinvolta nell'inchiesta belga sul Qatargate, ha giustificato l'azione legale adducendo alla violazione della sua immunità parlamentare. I legali dell'europarlamentare greca hannno spiegato che la loro assistita sarebbe stata monitorata dai servizi segreti, in particolare nel periodo durante il quale ha partecipato alla Commissione Pega.

Le mosse di Eva Kaili

La notizia è arrivata direttamente dai legali di Kaili, secondo cui la donna ha fatto causa al Parlamento europeo "per violazione della sua immunità parlamentare, essendo stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla Commissione Pega, che stava indagando istituzionalmente sull'esistenza di software illegali che monitoravano le attività degli eurodeputati e dei cittadini Ue".

Arrestata il 9 dicembre scorso, Kaili è stata rilasciata il 25 maggio con condizioni dopo una detenzione preventiva di oltre cinque mesi. Lo scorso 11 giugno, aveva ricevuto il permesso di poter lasciare il Belgio per recarsi a Strasburgo e partecipare alla sessione plenaria dell'Europarlamento in programma nella città alsaziana. Il suo seggio nell'aula plenaria è tuttavia rimasto vuoto.

Secondo quanto raccolto dal quotidiano Neue Zurcher Zeitung, per "motivi personali", Kaili ha preferito restare a Bruxelles. Il suo team di avvocati guidati dal belga Sven Mary e dal greco Michalis Dimitrakopoulos non ha voluto aggiungere altro. La donna avrebbe però intenzione di tornare sulla scena politica. "La signora Kaili ha ancora i suoi pieni diritti come eurodeputata", ha ricordato, non a caso, un portavoce parlamentare.

Servizi segreti nel mirino

La vicenda è ancora confusa e le indagini sono in corso di svolgimento. Non è chiaro, ad esempio, se anche l'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e il suo compagno ed ex funzionario parlamentare Francesco Giorgi abbiano accusato Kaili. La diretta interessata, madre di una bambina di due anni, ancora accusata di "corruzione, riciclaggio di denaro e coinvolgimento in un'organizzazione criminale", era inizialmente rimasta lontana dalla luce dei riflettori dopo il suo rilascio dal carcere. In seguito è passata all'offensiva e ha presentato la sua versione dei fatti in varie interviste.

Stando ad alcune ricostruzioni ricostruzioni, Kaili sarebbe vittima di una cospirazione che potrebbe riguardare i servizi segreti belgi. Gli stessi che avrebbero monitorato i parlamentari, in particolare quelli che si sono occupati dell'uso improprio da parte dello stato di software spia in una commissione speciale del Parlamento europeo. Visto che anche Kaili faceva parte di questo comitato, e chiedeva regolamenti più severi per l'uso di "spyware" come Pegasus, sarebbe diventata un bersaglio.

La difesa dei legali

È per questo, insomma, che la donna starebbe pensando di tornare in campo. "Ha già parlato al Parlamento Ue. Ha il diritto di continuare il suo mandato. La signora Kaili ha anche già contattato alcuni dei suoi colleghi. Man mano che presenta la chiara prova della sua innocenza, la fiducia e il rispetto che esistevano in passato verranno gradualmente ripristinati", ha dichiarato uno dei suoi avvocati, Dimitrakopoulos.

Quest'ultimo ha inoltre aggiunto che la signora Kaili non ha mai ricevuto tangenti e che "ci sono prove che i servizi di intelligence" abbiano "monitorato

la signora Kaili come membro del Comitato Pegasus". "Ci sono prove" anche sul fatto che "i servizi segreti abbiano registrato le loro attività nel Parlamento europeo", ha quindi aggiunto.

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