
Australia e Nuova Zelanda sono ancora in apprensione per le recenti esercitazioni militari a fuoco vivo effettuate da navi da guerra cinesi nelle aree marittime tra i due Paesi, precisamente nel Mare di Tasman. Sia Canberra che Austin hanno dovuto dirottare i voli commerciali e monitorare la situazione. Pare che la Marina cinese abbia avvertito il dipartimento australiano poco prima delle manovre. Dal canto suo Pechino ha chiarito che le esercitazioni al largo della propria costa orientale si sono svolte in modo "sicuro" e "conforme alle leggi internazionali in materia". Il primo ministro australiano, Antony Albanese, ha riferito che tre imbarcazioni di Pechino, tra cui una delle più potenti navi da guerra della flotta della Marina cinese, hanno operato al di fuori della zona economica esclusiva dell'Australia.
Le esercitazioni della Cina
Le tre imbarcazioni dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese comprendevano la fregata Hengyang di classe Jiangkai, l'incrociatore Zunyi di classe Renhai e la nave di rifornimento Weishanhu di classe Fuchi. In base ai resoconti dei mesia, si sono spinte a circa 340 miglia nautiche da Eden, sulla costa meridionale del Nuovo Galles del Sud, in acque internazionali. Le forze di Pechino hanno "organizzato una formazione navale per condurre addestramenti ed esercitazioni in acque lontane", ha dichiarato il portavoce del ministero cinese degli Esteri, Guo Jiakun, aggiungendo che le esercitazioni sono state "condotte in modo sicuro, standard e professionale in ogni momento, in conformità con le leggi e le pratiche internazionali pertinenti".
Ore di preoccupazione, invece, per Australia e Nuova Zelanda. L'ente di regolamentazione Airservices Australia, per esempio, ha avvertito i piloti commerciali di un potenziale pericolo nello spazio aereo tra i due Paesi, mentre Air New Zealand, la compagnia di bandiera del Paese, ha reso noto in un comunicato di aver "modificato le rotte di volo come necessario per evitare l'area, senza alcun impatto sulle nostre operazioni". Anche i piloti dei voli Virgin, Qantas ed Emirates da Sydney alla Nuova Zelanda hanno deviato la rotta dopo aver sentito una delle navi da guerra trasmettere l'avviso di un'imminente esercitazione di fuoco vivo.
La mossa di Pechino
Le navi militari australiane e neozelandesi e gli aerei di sorveglianza P-8 Poseidon hanno monitorato per giorni le navi da guerra di Pechino. Anche perché raramente i mezzi militari cinesi si avventurano così a sud per le loro esercitazioni. Il New York Times ha scritto che la loro presenza non annunciata nei pressi delle acque territoriali australiane, a migliaia di chilometri dalla Cina continentale, sarebbe una dimostrazione di forza da parte del Dragone.
La mossa della Cina potrebbe essere una risposta ad un controverso episodio accaduto pochi giorni fa. Il governo cinese si è infatti infuriato per l'intrusione di un velivolo militare australiano in un'area situata nel conteso Mar Cinese Meridionale nei pressi delle Isole Paracelso.
Il gigante asiatico ha fatto decollare un caccia J-16 che ha lanciato un bengala a meno di 30 metri dal P-8A Poseidon della Royal Australian Air Force (Raaf). La vicenda, terminata con l'espulsione dell'aereo militare da parte dell'aeronautica cinese e senza feriti, è andata in scena lo scorso 11 febbraio ma è stata resa nota soltanto il 13 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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