Navi russe in Germania: Mosca aggira le sanzioni anche in Europa

Secondo i dati dell'Ufficio federale dell'economia, dal 2022 Berlino ha concesso in 132 casi deroghe alle sanzioni che impedirebbero l'attracco delle navi mercantili della Federazione nei suoi porti

Navi russe in Germania: Mosca aggira le sanzioni anche in Europa
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La Russia continua ad aggirare le sanzioni imposte dal blocco occidentale, non solo facendo affari nel lontano Oriente o con i cosiddetti Paesi non allineati. Numerose navi provenienti dalla Federazione, infatti, raggiungono ancora i porti e le chiuse tedesche. Da quando l’Unione europea ha vietato l’accesso ai propri attracchi ai vascelli battenti la bandiera di Mosca, la Germania ha concesso deroghe in 132 casi.

La notizia è stata diffusa da Der Spiegel, che ha citato i dati dell’Ufficio federale dell’economia e del controllo delle esportazioni secondo i quali 80 navi russe hanno fatto scalo nella Repubblica tedesca nel 2022, 38 nel 2023 e 14 dall’inizio del 2024. Questi numeri sono decisamente inferiori rispetto a quelli precedenti allo scoppio del conflitto in Ucraina. Per fare un paragone, nel 2021 sono arrivate in Germania 365 mercantili di Mosca. Le eccezioni per la flotta civile del Cremlino, che conta in totale circa 2.800 navi, riguardano principalmente l’acquisto, l’importazione e il trasporto di prodotti agricoli come fertilizzanti, alimenti o prodotti medici e farmaceutici. Sono stati concessi permessi anche per il commercio di materie prime e prodotti chimici. Alcune deroghe riguardano il Canale di Kiel, che divide lo Schleswig-Holstein all'incirca a metà.

Der Spiegel ha anche riportato che, oltre alle navi che si dirigono verso i porti tedeschi, ve ne sono molte altre che contribuiscono al finanziamento della macchina bellica di Vladimir Putin e fanno parte della cosiddetta “flotta ombra”, composta da un numero di petroliere non idonee alla navigazione che, secondo le stime di Allianz Commercial, è compreso tra le 600 e le 1.400. Questi vascelli trasportano l’oro nero di Mosca, sanzionato in Occidente, nei mercati asiatici, dove viene venduto ad un prezzo superiore al cap di 60 dollari al barile. Nell’aprile scorso, il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström ha affermato che circa metà delle esportazioni russe di petrolio passano dal Mar Baltico e che “saremo tutti colpiti se si verificasse un problema grave derivante da una collisione o da una perdita di petrolio da una di queste navi, che in molti casi non sono idonee alla navigazione, o sono molto vicine a non esserlo”.

La falla nel sistema potrebbe essere contenuto grazie all’ultimo pacchetto di sanzioni dell’Ue approvato a giugno, nel quale è contenuta l’opzione di bersagliare singole navi con una serie di

restrizioni. Per la prima volta, dunque, potranno essere bloccati i mercantili che contribuiscono direttamente alla guerra della Russia trasportando gas naturale liquefatto, armi, grando ucraino rubato o petrolio.

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