"Non ho più energie": si dimette premier neozelandese Jacinda Ardern

Il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha annunciato che si dimetterà il mese prossimo: "Non ho abbastanza energie per altri quattro anni". Intanto i laburisti sono crollati nei sondaggi

La prima ministra della Nuova Zelanda Jacinda Ardern
La prima ministra della Nuova Zelanda Jacinda Ardern

"Per me è arrivato il momento. Non ho abbastanza energie per altri quattro anni". Il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha fatto sapere ai membri del suo partito laburista che si dimetterà il mese prossimo. Nella sua prima apparizione pubblica da quando il parlamento è entrato in pausa estiva, un mese fa, Ardern ha spiegato che sperava di usare questo periodo per trovare l'energia per continuare a governare. "Ma non sono stata in grado di farlo", ha ammesso. Nel frattempo, i sondaggi indicano il crollo del partito laburista neozelandese.

Le dimissioni di Ardern

Dopo cinque anni e mezzo di mandato, e a nove mesi dalle elezioni legislative, Jacinda Ardern ha dunque alzato bandiera bianca. "Sono umana. Noi diamo tutto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me quel momento è arrivato", ha detto commossa.

Il Primo ministro neozelandese ha tenuto a sottolineare che dietro la sua decisione non ci sarebbe "nessuno scandalo segreto". Nessuna lite con compagni di partito, polemiche o altre cause, dunque: a sentire la diretta interessata, si tratterebbe apparentemente di una questione di "energie". "Non ho semplicemente più le energie per ulteriori quattro anni", ha aggiunto.

Ricordiamo che Ardern, 42 anni, è stata eletta primo ministro – la più giovane nella storia del Paese a ricoprire tale carica - in un governo di coalizione nel 2017, prima di guidare il partito laburista di centrosinistra verso una vittoria schiacciante nelle elezioni successive, tre anni più tardi. Ha in ogni caso precisato che resterà in carica fino al prossimo 7 febbraio, quindi proseguirà con il suo mandato di deputata fino alle elezioni di fine anno.

Le parole del Primo ministro dimissionario

Per quanto riguarda l'imminente futuro, Ardern si è detta fiduciosa sulla possibilità di una vittoria dei laburisti anche in sua assenza. "Sono incredibilmente orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni, nonostante le numerose sfide che ci attendono. Abbiamo capovolto le statistiche sulla povertà infantile e ottenuto i progressi più significativi in materia di assistenza sociale e di alloggi pubblici che siano stati visti in molti decenni", ha aggiunto.

"Oltre alla nostra ambiziosa agenda che ha cercato di affrontare questioni a lungo termine come la crisi abitativa, la povertà infantile e il cambiamento climatico, abbiamo anche dovuto rispondere a un attacco terroristico interno, un'eruzione vulcanica e una pandemia globale, con la conseguente crisi economica", ha sottolineato, aggiungendo che "le decisioni che si sono dovute prendere sono state costanti e pesanti".

"Spero - ha poi detto, rispondendo a una domanda - di lasciare ai neozelandesi la convinzione che si possa essere gentili ma forti, empatici ma decisi, ottimisti ma concentrati. E che si possa essere un proprio tipo di leader, uno che sa quando è il momento di andare".

Laburisti in crisi

Al netto della decisione di Ardern vale la pena evidenziare la profonda crisi che stanno attraversando i laburisti neozelandesi. Secondo un sondaggio realizzato da 1News-Kantar lo scorso dicembre, il New Zealand National Party (conservatori) e l'Act New Zeland Party (liberali) avrebbero una netta maggioranza e, in vista delle prossime elezioni, potrebbero governare da soli.

Calcolatrice alla mano, National è dato al 38%, in aumento di un punto percentuale, il Labour al 33%, in calo di un punto. L'Act si aggira intorno all'11%, in aumento di due punti, mentre i Verdi sono stabili al 9%. Così facendo, il National otterrebbe 49 seggi, Act 15. I laburisti si fermerebbero invece a 42 seggi, con i Verdi che ne aggiungerebbero 7 e Te Pati Māori 3.

Ancora più complesso il discorso relativo alle preferenze relative al primo ministro. Jacinda Ardern è intorno al 29%, con il rivale nazionalista Christopher Luxon al 23%, in procinto di colmare il divario con la Premier dimissionaria. Si tratta del risultato più basso per Ardern da quando è diventata leader laburista.

Secondo il sondaggio, i neozelandesi sarebbero inoltre più pessimisti sull'economia di fronte

alla crisi del costo della vita. E leggendo questi dati c'è addirittura chi ipotizza che l'addio di Ardern possa derivare dal declino dei laburisti. Certo è che in Nuova Zelanda si sta per chiudere una stagione politica.

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