Onu, approvato il cessate il fuoco a Gaza. Italia e Germania si astengono

Bocciati gli emendamenti di Stati Uniti e Austria che chiedevano il rilascio degli ostaggi e la condanna dell’attacco di Hamas del 7 ottobre

Onu, approvato il cessate il fuoco a Gaza. Italia e Germania si astengono
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È arrivato il via libera dell'Assemblea Generale dell'Onu alla risoluzione che chiede un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza. Nella bozza approvata dai Paesi viene posto l'accento anche sulla grave preoccupazione "per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza", sulla scia del testo cassato venerdì in Consiglio di Sicurezza a causa del veto degli Stati Uniti. La fumata bianca è arrivata con 153 voti a favore, 10 contrari (tra cui Austria, Usa, Israele), e 23 astenuti, tra cui Germania e Italia. La Francia ha invece votato a favore del testo.

Intesa arrivata dopo quattro insuccessi in dieci giorni da parte del Consiglio di Sicurezza. Approvando un testo che chiede "una tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata che porti alla cessazione delle ostilità", è evidente l'aumento dell'isolamento di Israele e Usa al palazzo di Vetro. Emblematica la bocciatura dei due emendamenti proposti dall'Austria e da Washington, che non hanno raggiunto la maggioranza richiesta di due terzi. Il testo di Vienna aggiungeva la citazione"detenuti da Hamas e altri gruppi" e poi chiedeva la garanzia "immediata" dell'accesso umanitario. Quello degli Stati Uniti, invece, chiedeva di"respingere inequivocabilmente e condannare l'attacco di Hamas del 7 ottobre e la presa degli ostaggi". Anche in questa occasione non è arrivata una ferma condanna nei confronti dei miliziani del gruppo terroristico palestinese.

Palpabile la tensione tra Stati Uniti e Israele. Washington ha iniziato a mostrare segnali sempre più evidenti di contrarietà rispetto alla linea dura scelta da Benjamin Netanyahu sulla guerra a tutto campo contro Hamas. "Non vuole la soluzione a due Stati", il j'accuse del presidente Joe Biden: "Israele sta perdendo il sostegno del mondo". Il capo della Casa Bianca ha dunque invitato Netanyahu a una "decisione difficile da prendere", ossia "rafforzare e cambiare" il suo esecutivo per trovare una soluzione a lungo termine al conflitto israelo-palestinese. Il premier israeliano non sembra però intenzionato a dietrofront: "Gaza non sarà un Hamastan e nemmeno un Fatahstan".

Tornando al dibattito dell'Assemblea Generale Onu, l'ambasciatore israeliano Gilad Erdan ha accusato le agenzie delle Nazioni Unite di impedire l'accesso di ulteriori aiuti:"Un cessate il fuoco andrebbe solo a beneficio dei terroristi. Se questa è la vostra soluzione pensate che porti la pace? Non so come qualcuno possa guardarsi allo specchio e supportare una risoluzione che non menzioni neanche la condanna di Hamas. Per portare la pace condannate Hamas e chiedete di rilasciare gli ostaggi". Sulla stessa lunghezza d'onda l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield: "Siamo d'accordo che la situazione umanitaria a Gaza è terribile, che i civili hanno bisogno di cibo e aiuti e che devono essere protetti in linea con le leggi umanitarie internazionali.

Supportiamo alcune componenti di questa risoluzione, e supportiamo il fatto di parlare con una voce sola per condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Perchè è così difficile?". Il dibattito non si fermerà qui, a prescindere dalla risoluzioni approvate.

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