"Pizzini", telefonate e una cerchia di fedelissimi: la vita del capo di Hamas nascosto a Gaza

Secondo fonti dell'organizzazione terroristica, Yahya Sinwar sarebbe molto attivo nella gestione del gruppo terroristico tramite telefonate e messaggi scritti a mano

"Pizzini", telefonate e una cerchia di fedelissimi: la vita del capo di Hamas nascosto a Gaza
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Yahya Sinwar, l’erede di Ismail Haniyeh, è il ricercato numero uno di Israele. Dai massacri del 7 ottobre, di lui non si hanno più notizie certe. Il quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat, edito a Londra, ha provato a fare chiarezza sulla vita del capo dell’ufficio politico dell’organizzazione terroristica palestinese.

Fonti di Hamas a Gaza hanno riferito al giornale che nessuno nel gruppo sa esattamente dove si trovi Sinwar, se dentro o fuori dalla Sriscia, eccezion fatta per una ristretta cerchia di fedelissimi che fanno da tramite tra lui e i vari sottoposti, “poche persone, che garantiscono siano soddisfatte le sue necessità e che facilitano le comunicazioni con la leadership all'interno e all'estero di Gaza con metodi complessi”. La sua sicurezza sarebbe affidata al fratello Mohammed, comandante di alto grado delle brigate al-Qassam.

Nonostante rimanga nascosto, le fonti hanno descritto Sinwar al quotidiano Asharq Al-Awsat come una figura coinvolta “in modo attivo”. Dall’inizio della guerra, avrebbe regolarmente inviato dei “pizzini”, messaggi sulla gestione delle operazioni e del conflitto, istruzioni spesso scritte a mano o firmate da lui stesso. “Ha avuto contatti telefonici diretti con i leader di Hamas nei momenti critici”, ha scritto il giornale di proprietà saudita, aggiungendo che, secondo le informazioni ricevute, Sinwar ha inviato almeno due messaggi scritti e un audio agli intermediari durante le fasi cruciali dei negoziati, rimanendo dunque "molto coinvolto in ogni fase dei colloqui, con un'attenta revisione di proposte e scambi di opinioni con i leader di Hamas". Stando a Asharq Al-Awsat, in diverse fasi delle trattative il leader dei terroristi sarebbe stato per la “flessibilità”. Ad oggi, secondo una fonte citata dall’emittente Al-Sharq, Sinwar sarebbe “pronto per un cessate il fuoco”.

La sicurezza israeliana lo considera una delle menti dietro gli attacchi terroristici del 7 ottobre. Nel corso dei mesi di guerra, sono emerse informazioni contrastanti riguardo alla sua posizione e al suo stato di salute. Era stato anche ipotizzata la possibilità di un suo esilio in cambio della fine delle ostilità e della rinuncia del potere da parte di Hamas.

Dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh a Teheran, il consiglio della Shura dell’organizzazione lo ha votato come nuovo capo dell’ufficio politico. Una decisione, questa, che ha confermato la linea del gruppo islamista che ha portato ai massacri dello Shabbat di sangue e alla guerra che da 312 giorni infiamma il Medio Oriente.

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