Soldati oltre confine e risposta armata: tensione in Corea durante la visita di Putin

Soldati nordcoreani che lavoravano lungo il confine che separa le due Coree sono entrati nel Sud prima di tornare al loro fianco dopo che i militari di Seoul hanno sparato colpi di avvertimento

Soldati oltre confine e risposta armata: tensione in Corea durante la visita di Putin
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Tensione alle stelle nella Zona Demilitarizzata (DMZ), il confine che separa le due Coree ancora tecnicamente in guerra tra loro. Diverse decine di soldati nordcoreani che stavano lavorando nei pressi della frontiera hanno sconfinato brevemente nel territorio sudcoreano, prima di tornare sul loro lato respinti da colpi di avvertimento sparati dai militari di Seoul. Nei giorni scorsi alcuni membri dell’esercito di Pyongyang sono rimasti uccisi o gravemente mutilati dopo aver inavvertitamente innescato le mine presenti in loco.

Cosa è successo al confine tra le due Coree

L’agenzia sudcoreana Yonhap ha scritto che circa 20-30 nordcoreani impegnati in attività di rafforzamento del confine nella DMZ erano entrati, attorno alle 8:30 ore locali e per un breve lasso di tempo, nel territorio controllato dalla Corea del Sud. Accorgendosi dello sconfinamento, i militari del Sud hanno risposto con un fuoco di avvertimento, costringendo gli ospiti indesiderati a fare retromarcia.

I funzionari sudcoreani hanno spiegato che l'area dove è avvenuta l’ultima intrusione è densa di alberi e piante che potrebbero aver oscurato la visibilità dei soldati nordcoreani, spingendoli ad attraversare il confine. Si tratta della seconda violazione del confine da parte del Nord in meno di due settimane dopo un incidente simile avvenuto nei primi giorni di giugno.

Ma che cosa stavano facendo i soldati nordcoreani nella DMZ? A detta dell’esercito sudcoreano quei soldati erano impegnati a portare avanti operazioni legate alle mine nelle aree di prima linea, a conferma di come la Corea del Nord starebbe svolgendo lavori all'interno della Zona Demilitarizzata.

Tensione alle stelle

Il sito Nk News ha scritto che Pyongyang ha rafforzato le strade tattiche, installando “strutture non identificate” che sembrano barriere anticarro, nonché piazzando mine e sgombrando terreni per rafforzare la sicurezza lungo il confine intercoreano.

"L'esercito nordcoreano sembra aver esagerato con il suo lavoro, nonostante una serie di esplosioni di mine durante la creazione di terreni sterili nella zona del fronte e le operazioni con le mine", ha dichiarato un funzionario anonimo sudcoreano, senza specificare quando si sono verificate le esplosioni delle mine.

Nelle ultime settimane alcuni dei lavoratori di Pyongyang avrebbero insomma addirittura inavvertitamente fatto esplodere una o più mine, provocando morti e feriti, secondo quanto rivelato dai capi di stato maggiore congiunti (JCS). Seoul ha osservato un aumento delle attività di costruzione della Corea del Nord lungo il confine, spiegando che i lavori sono andati avanti ininterrottamente nonostante varie deflagrazioni causate da mine che hanno ucciso o ferito un numero imprecisato di soldati nordcoreani.

"Le nostre forze armate stanno monitorando attentamente le attività militari nordcoreane nell'area del fronte, vigilando contro situazioni accidentali", hanno dichiarato gli stessi capi di stato maggiore congiunti. "Siamo a conoscenza delle attività all'interno della DMZ", ha spiegato il Comando delle Nazioni Unite (UNC), aggiungendo che "non commenterà aree o attività specifiche" a causa delle discussioni in corso con il governo della Corea del Sud.

"Se l’intento di spogliare la terra è quello di consentire un disparato accumulo di forze militari, allora questo non sarebbe consentito", ha continuato l’UNC che tuttavia "non valuta che l’intento di questa deforestazione sia quello di consentire tale accumulo".

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