Fondi scomparsi e molestie sessuali: bufera sulla fondazione di Sean Penn

Molestie sessuali, sprechi, malagestione. Così dipendenti ed ex collaboratori inchiodano Core, (Community Organized Relief Effort), l'ente benefico fondato dall'attore Sean Penn

Fondi scomparsi e molestie sessuali: bufera sulla fondazione di Sean Penn

"Siamo un'organizzazione che porta aiuto immediato alle comunità svantaggiate in tutto il mondo". E ancora: "Quando si verifica una crisi, Core risponde immediatamente per colmare le lacune, mobilitare risorse e stabilire fiducia e collaborazione all'interno delle comunità". Si presenta così Core (Community Organized Relief Effort), l'organizzazione filantropica fondata dall'attore Sean Penn, ora al centro delle polemiche per sprechi, malagestione e accuse di molestie sessuali.

La no-profit dell'attore hollywoodiano porta avanti programmi milionari di aiuto umanitario ad Haiti, in Ucraina, oltre che negli stessi Stati Uniti e in Pakistan e in America Latina. Durante la pandemia, la no-profit si è rapidamente trasformata da un ente benefico che presta soccorso in caso di calamità naturali, soprattutto nei Caraibi, a un'organizzazione che si occupa di distribuire vaccini alla popolazione, soprattutto in California, diventando una delle più grandi fondazioni al mondo. Negli ultimi anni, Core ha raccolto donazioni per 200 milioni di dollari e ha messo più di 3.000 persone sul suo libro paga, arrivando ad avere più dipendenti della Bill & Melinda Gates Foundation.

Bufera sulla fondazione di Penn

In mezzo a tante luci, però, pesano anche altrettante ombre, come svela un'inchiesta di Bloomberg, che cita documenti riservati e 38 dipendenti - alcuni ex, altri attualmente impiegati presso la fondazione - che hanno deciso di parlare a condizione di anonimato per evitare ritorsioni. Poco più di un anno fa, Sean Penn organizzò un party di beneficienza al Soho Beach House, un club privato di Miami Beach, nell'ambito dell'Art Basel, la fiera annuale internazionale dedicata all'arte moderna e contemporanea. A quell'evento c'erano gli amici dell'attore, fra cui Leonardo Di Caprio, la pop star Anitta e l'ereditiera Delphine Arnault: durante quella serata, vennerò raccolti 1,6 milioni di dollari, che sarebbero dovuti impiegati da Core per contrastare la diffusione del Covid-19 in America Latina, almeno secondo la pubblicità dell'evento.

Accuse di malagestione e sprechi

A mesi di distanza, tuttavia, Core non ha impiegato quei soldi raccolti in America Latina, secondo i documenti interni visualizzati da Bloomberg Businessweek. Durante i meeting con il personale, l'amministratore delegato Ann Lee, che gestisce le operazioni quotidiane di Core, ha ripetutamente affermato che l'organizzazione no-profit potrebbe invece utilizzare i fondi per altri progetti. Più tardi, il Chief Business Officer Matt O'Connell ha affermato che il denaro raccolto ad Art Basel è servito per finanziare le attività anti-Covid dell'associazione in Brasile, a Rio de Janeiro. Ma i documenti interni mostrano che Core ha chiuso i suoi ultimi siti di vaccini a Rio il giorno prima della raccolta fondi. Dunque, che fine hanno fatto quei soldi? 750.000 dollari sono serviti a finanziare un'ampia lista di spese in Brasile, inclusi 90.000 per pagare un dipendente dell'ente benefico e 400.000 dollari per "programmi" non meglio specificati. E questo sarebbe solo uno dei tanti esempi di malagestione e di scarissima trasparenza: i dipendenti che hanno parlato con Bloomberg affermano il divario tra gli obiettivi dichiarati di Core e le sue azioni si estende molto oltre quel singolo evento.

Casi di molestie sessuali

A questo quadro dalle tinte fosche si aggiungono le accuse di molestie sessuali. I dipendenti affermano anche che le accuse di violenza sessuale e molestie da parte del personale e dei partner di Core non vengono affrontate e che molti di coloro che hanno parlato hanno subito ritorsioni. Altri hanno intentato cause di lavoro contro l'organizzazione no-profit. O'Connell, il chief business officer, afferma che Core ha affrontato adeguatamente tutte le denunce di cattiva condotta sessuale e nega le accuse dei dipendenti secondo cui ha gestito male i fondi dei donatori. Ma riconosce che l'ente è cresciuto troppo velocemente nell'ultimo periodo e ha avuto problemi a gestire le finanze e le donazioni. "Alcuni dei nostri sistemi di gestione all'inizio della pandemia erano insufficienti per soddisfare tutte le nostre esigenze organizzative", ha affermato O'Connell in una risposta scritta di quattro pagine alle domande di Businessweek. "Certo, ci sono state inefficienze ed errori".

I problemi, tuttavia, sembrano tutt'altro che essere stati risolti. Un dipendente dell'organizzazione afferma infatti che la fondazione di Penn continua a gestire male i fondi e ignora o minimizza i reclami dei dipendenti. Spiega che i dirigenti stanno utilizzando i soldi dell'organizzazione no-profit per pagare una serie di spese inappropriate, da cene inutilmente sontuose e camere d'albergo a multe.

Altri dipendenti sostengono che il team dirigenziale di Core passa più tempo a preoccuparsi della stampa e dell'immagine che del suo management. Un bel danno d'immagine per Sean Penn, uno dei maggiori critici dell'ex presidente Donald Trump.

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