"Sei bianco? Non puoi competere per la borsa di studio": il delirio woke dei Chicago Bears

Il colosso del football americano è stato citato in giudizio per aver riservato la posizione solo alle minoranze e alle donne

"Sei bianco? Non puoi competere per la borsa di studio": il delirio woke dei Chicago Bears
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L’ideologia woke rappresenta uno dei principali mali del nostro tempo, ma c’è continua a fare finta di niente. L’ultimo clamoroso episodio legato alla religione dei risvegliati coinvolge i Chicago Bears, tra le squadre di football americano più conosciute al mondo. Ebbene, la società è stata citata in giudizio da uno studente di giurisprudenza di carnagione bianca, Jonathan Bresser. Il motivo? La sua candidatura per una borsa di studio è stata rifiutata perché riservata alle minoranze e alle donne.

Bresser ha denunciato i Chicago Bears per “discriminazione intenzionale di razza e di sesso”. Il giovane, matricola alla DePaul University di Chicago, rispettava tutti i requisiti per entrare a fare parte del team “legal diversity scholar”, ma è stato penalizzato da un fattore: il colore della sua pelle. La posizione è riservata esclusivamente a chi “è di colore /o donna”. Immaginate cosa sarebbe successo in caso di posizione aperta solo per uomini di carnagione bianca: dibattiti internazionali, richieste di esecuzioni in pubblica piazza, manifestazioni nelle capitali occidentali.

Il classico esempio di razzismo al contrario. Secondo quanto affermato nella causa, lo studente è“stato trattato in modo diverso rispetto ai candidati non caucasici” e ha subito “un'umiliazione, disagio emotivo e una perdita di salario”. Come evidenziato dal Daily Mail, Bresser ha chiesto un processo con giuria, un risarcimento, il pagamento delle spese legali e che i Chicago Bears cambino la politica di reclutamento.

L’ennesimo esempio dei danni della furia iper-progressista, incarnata fedelmente dalla cosiddetta DEI , ossia diversity, equità and inclusion. Lo zenit della religione woke.

I grandi sostenitori di questa politica non hanno dubbi: solo in questo modo possono emergere neri, mulatti, donne e esponenti della comunità queer nel mondo del lavoro, dell’università e dello sport. Gli esiti di questa strategia sono disastrosi, basti pensare alla discriminazione nei confronti degli uomini bianchi e eterosessuali.

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