In un momento di massima tensione, complice la crisi israeliana e l’ombra di una guerra che potrebbe diffondersi a macchia d’olio in una regione già caldissima, il Medio Oriente è finito sotto i riflettori degli analisti. Ogni movimento sospetto, soprattutto se di natura militare, viene monitorato con attenzione per cogliere eventuali mosse geopolitiche. È successo così anche per un gruppo di navi da guerra cinesi, sei, registrate nelle acque mediorientali, per la precisione nel Golfo Persico. In teoria, i mezzi di Pechino hanno operato in loco per effettuare un’esercitazione programmata con la Marina dell’Oman, salvo poi rientrare nel porto di Shuwaikh, in Kuwait, dove la 44a task force di scorta navale cinese ha regolarmente operato da maggio.
Le navi cinesi in Medio Oriente
Senza fornire un adeguato contesto, si potrebbe dunque pensare che la Cina abbia pensato di muovere le sue navi in funzione della crisi israeliana. Non è accaduto niente del genere, almeno ufficialmente. Così come la contemporanea presenza della portaerei statunitense USS Gerald R. Ford e del gruppo da battaglia associato nel Mediterraneo orientale non dovrebbero aver influenzato la mossa del Dragone. Al contrario, dopo aver concluso la sua visita in Oman, lo scorso 18 ottobre la 44a task force di scorta navale cinese si è spostata in Kuwait.
Fermo restando che la suddetta task force cinese comprende il cacciatorpediniere Tipo 052D Zibo, la fregata Tipo 054A Jingzhou e la nave di rifornimento Tipo 903 Qiandaohu, è importante ricordare che il gigante asiatico dispone di scorte navali nella regione mediorientale da almeno un decennio.
Scendendo nei dettagli, la 44a e 45a task force di scorta navale cinese hanno condotto una cerimonia di addio nelle acque occidentali del Golfo di Aden dopo aver completato la scorta congiunta e il passaggio di consegne il 2 ottobre 2023. Prima della cerimonia, le due task force di scorta hanno condotto una scorta congiunta per familiarizzare con le procedure di organizzazione e gestione delle emergenze delle operazioni. In seguito, mentre la 44esima task force ha effettuato visite ed esercitazioni congiunte con Oman e Kuwait, la 45esima - composta da 1 cacciatorpediniere Tipo 052D Urumqi (118), una fregata Tipo 054A Linyi (547), una nave di rifornimento Type 903A Dongpinghu (960), intraprenderà le missioni di scorta nel Golfo di Aden e nelle acque al largo della Somalia.
Acque calde, rischi bassi
Certo, al netto delle esplicate operazioni cinesi, le acque del Medio Oriente restano caldissime. Anche perché, sullo sfondo della richiamata crisi israeliana e nell’ambito delle tensioni Usa-Cina, il gruppo d’attacco della portaerei Usa Dwight D. Eisenhower è in viaggio verso il Golfo Persico. Detto altrimenti, il passaggio di consegne delle due task force cinesi ha fatto sì che sei navi di Pechino si spostassero nelle acque mediorientali in concomitanza con l’intensificarsi delle tensioni regionali.
Non solo: la presenza cinese in Kuwait è servita a Pechino per rimarcare il decimo anniversario dell’iniziativa Belt and Road e sperare di rafforzare la cooperazione con il Paese. Il ministero della Difesa cinese ha fatto sapere che entrambe le parti si sono impegnate ad effettuare scambi militari, attività culturali, oltre che ad effettuare chiamate reciproche e visite. Difficile, dunque, che gli allarmi rilanciati da alcuni media possano trovare riscontro sul campo.
I mezzi cinesi, oltre ad essere ridotti a pochi esemplari, sono incaricati di effettuare operazioni di monitoraggio e non di entrare in un ipotetico conflitto. Gli Usa, tuttavia, monitorano gli spostamenti delle navi cinesi con estrema cautela.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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