"È una spia": così l'eurodeputata finisce sotto accusa per legami coi servizi russi

La 73enne Tatjana Zdanoka è accusata di aver collaborato con i servizi di sicurezza russi dal 2004. Negli ultimi anni, la donna avrebbe diffuso propaganda sulla discriminazione dei russofoni nei Paesi baltici e promosso politiche favorevoli al Cremlino

"È una spia": così l'eurodeputata finisce sotto accusa per legami coi servizi russi
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La lunga mano della Russia potrebbe essere arrivata fin dentro al Parlamento europeo. Il servizio di sicurezza statale della Lettonia (Vvd) ha avviato un procedimento penale contro Tatjana Zdanoka, cittadina del Paese baltico e deputata di Strasburgo, sospettata di collaborare con l’intelligence russa. La donna ha negato ogni accusa.

La notizia è stata diffusa dai media lettoni, secondo cui il Vvd sta indagando sulla politica 73enne e i suoi presunti legami con Mosca da quando, a gennaio, alcuni siti di informazione nordici, baltici e della Federazione hanno pubblicato articoli in cui si sosteneva che la donna fosse un’agente dell’Fsb almeno dal 2004. In particolare, il sito indipendente d giornalismo russo The Insider, il suo equivalente lettone Re:Baltica, l’estone Delfi e il quotidiano svedese Expressen hanno eseguito un’indagine congiunta e diffuso una serie di mail che, a loro dire, mostravano le interazioni tra Zdanoka e il suo supervisore. Il giornale di Stoccolma ha inoltre affermato che l’eurodeputata di Riga ha diffuso propaganda su presunte violazioni dei diritti dei russi che vivono nei Paesi baltici, ha sostenuto una politica favorevole al Cremlino e si è rifiutata di condannare l’invasione dell’Ucraina. La posizione di Zdanoka potrebbe anche essere aggravata dal suo ruolo come presidente della Ong “Alleanza dei russofoni dell’Ue”, che ricopre dal 2007.

La decisione di procedere contro l’eurodeputata 73enne è stata presa dal Vvd il 22 febbraio, mentre l’Europarlamento aveva dichiarato di aver aperto un’indagine già a fine gennaio. L’organo legislativo dell’Unione ha inoltre affermato di prendere molto sul serio le accuse rivolte a Tatjana Zdanoka che, se comprovate, sarebbero le ultime gocce nell’oceano di tentativi del Cremlino di infiltrarsi nelle istituzioni dei Paesi che vede come nemici per destabilizzarli.

In particolare, Lettonia ed Estonia ospitano una consistente minoranza etnica russa, pari a circa il 25% della popolazione. Dall’inizio del conflitto, Mosca ha accusato ripetutamente i governi di questi due Stati di discriminare questa fetta di popolazione e in molti sono convinti che Vladimir Putin potrebbe sfruttarla per creare disordini interni e facilitare eventuali operazioni militari future nell’area.

Esattamente come Polonia e Finlandia, Lettonia, Estonia e Lituania sono tra le nazioni occidentali che hanno preso posizioni più dure contro la decisione di Mosca di invadere l’Ucraina. A gennaio, i tre Paesi baltici hanno deciso di costruire nei prossimi anni un’imponente zona fortificata al confine con la Federazione, per difendersi o scoraggiare un’eventuale azione militare.

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