"È stato un massacro". Cosa svela il presunto documento riservato di Hezbollah

In un documento che sta circolando sui social - e che si presume fosse ad uso interno di Hezbollah - si leggerebbe il resoconto del blitz Mossad: 879 vittime, compresi 291 comandanti senior

"È stato un massacro". Cosa svela il presunto documento riservato di Hezbollah
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L'operazione di Israele in Libano potrebbe aver sferrato un durissimo colpo a Hezbollah. Forse, almeno a giudicare dalle ultime indiscrezioni, ancor più di quanto non si potesse inizialmente pensare. Già, perché sui social network sta circolando un presunto documento riservato che, in qualche modo, sarebbe trapelato dall'intelligence del gruppo libanese. Nel foglio, che si presume fosse ad uso interno, si legge il resoconto del blitz Mossad: 879 vittime, compresi 291 comandanti senior. Ci sarebbero poi 509 militanti rimasti accecati e 1735 “feriti agli organi riproduttivi”, di cui 906 con “danni totali” e 613 con “danni permanenti”. Il comunicato è stato diffuso su X da un profilo saudita, poi rimosso, e potrebbe trattarsi di un fake. La guerra di propaganda tra Israele e i suoi nemici si combatte anche su questa dimensione.

Lo strano (presunto) documento di Hezbollah

Non esistono fonti certe che certifichino l'autenticità del documento che, anzi, dà l'impressione di essere un fake. Anche per il linguaggio utilizzato, visto che si fa riferimento al numero di persone che avrebbero subito “danni ai genitali”: difficile, infatti, trovare voci del genere in fogli riservati. Certo è che le immagini del testo hanno creato un acceso dibattito su X, alimentando l'idea che Israele abbia colpito il cuore di Hezbollah. Pare, in ogni caso, che 879 persone sarebbero morte in seguito alle esplosioni dei cercapersone, di cui 291 comandanti superiori. Di questi, 131 sarebbero iraniani e 79 yemeniti, di cui 291 alti funzionari. 509 risulterebbero accecati e 1735 “feriti agli organi riproduttivi”, di cui 906 con “danno totale” e 613 con “danno permanente”. Abbiamo usato il condizionale perché, come detto, non esistono prove certe del fatto che la fonte sia ufficiale.

Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, ha definito gli attacchi israeliani "un atto terroristico" e un "massacro", nonché una dichiarazione di guerra contro il popolo libanese e la sovranità del Libano. "Il nemico ha dato per scontato che i walkie-talkie, oltre quattromila, venissero distribuiti tra i fratelli e le sorelle di Hezbollah. E quindi questo significa che aveva l'intenzione di uccidere deliberatamente 4mila persone in un minuto", ha aggiunto. Nasrallah ha quindi rincarato la dose: "Come possiamo definire questo tipo di azione criminale? Si tratta di una grande operazione? Di un genocidio? Di un massacro?". "Gli ospedali sono sotto pressione" e "molte persone sono state ferite agli occhi", ha riferito, ringraziando i donatori di sangue.

Cosa svela l'operazione israeliana

Il Washington Post ha scritto che l'attacco mortale che ha causato l'esplosione di migliaia di cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah ha messo in luce una scomoda verità: è praticamente impossibile, oggi, proteggere la moderna catena di fornitura di prodotti elettronici da un avversario determinato e sofisticato.

Gli esperti definiscono l'attacco israeliano senza pari nella storia dello spionaggio per la sua portata e il numero delle vittime, e ritengono che il rischio che altri governi seguano l'esempio manipolando l'elettronica di consumo in questo modo sia basso. Ma l'attacco in Libano dà vita a uno scenario peggiore, teorizzato da tempo, e che ha da sempre turbato numerosi governi. Il motivo è semplice: i dispositivi elettronici “nascono” in seguito a catene di fornitura globali e contorte.

Gran parte della filiera di fornitura di elettronica mondiale passa attraverso Taiwan, un'isola autogovernata al largo della

costa della Cina, o attraverso altri paesi dell'Asia orientale. Tuttavia, la costruzione del tipico gadget moderno coinvolge decine di paesi, con un numero vertiginoso di fornitori di componenti, appaltatori e subappaltatori.

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