Purtroppo, il terremoto che nella notte dell'8 settembre ha scosso il Marocco ha causato un'ecatombe. Il bilancio delle vittime è ancora parziale ma il conto è già arrivato a oltre 2mila morti. Tra loro c'è anche un cittadino francese, colpito da un attacco di cuore. Le vittime si contano principalmente nei villaggi che sorgono nella zona dell'Atlantide, catena montuosa del Paese, dove intere comunità sono state spazzate via. Ci sono famiglie decimate, altre che ancora non perdono la speranza di ritrovare i loro parenti vivi sotto le macerie. Intanto, le persone hanno trascorso la seconda notte all'addiaccio, perché la loro casa è stata spazzata via per sempre dal sisma.
Continuano anche le scosse di assestamento, migliaia a partire da quella di 6.8 che ha causato terrore e distruzione. I feriti sono almeno 2.059 ma tutte le stime sono al ribasso, parziali, perché alcuni villaggi non sono stati raggiunti e ci sono ancora dispersi. La maggior parte dei deceduti si concentra nella provincia di Al Haouz, che piange oltre 1.300 vittime, e in quella di Taroudant, dove sono 450 i morti. Entrambe le aree si estendono a sud di Marrakech, che ha contato 13 decessi. Molti villaggi di montagna non esistono più, restano solo polvere e macere di quelli che fino a venerdì notte erano piccoli centri con case in sabbia, attrattiva anche per i turisti. "Sono stati completamente spazzati via. I crolli di montagna hanno interrotto le strade e reso difficile l'arrivo dei soccorsi", ha raccontato il ministro della Giustizia, Abdelilah Wahbi.
La paura è ancora tanta: le scosse di assestamento che continuano a scuotere il Paese scuotono anche l'animo dei sopravvissuti. A Marrakech, sebbene la città sia stata colpita solo marginalmente dai crolli, le persone continuano a dormire per strada. La stabilità degli edifici è stata minata dalla grande scossa di venerdì e le piccole scosse che si susseguono non rendono sicuro il rientro nelle case e nelle strutture della città. I monumenti storici, che fanno della città Patrimonio dell'umanità, non sono stati risparmiati e le mura della Medina hanno ceduto in diversi tratti.
I primi italiani hanno già fatto rientro in Patria con i voli di linea, come suggerito dal ministro Antonio Tajani. "La paura è stata davvero tanta: 30 secondi di puro terrore. Lì per lì abbiamo pensato ad un attentato, ad una esplosione oppure ad una tromba d'aria poi però ci siamo resi conto che si era invece trattato di un terremoto", ha raccontato una turista atterrata a Ciampino. "Sono di Ascoli Piceno e per questo sappiamo cosa fare in questi casi. Ci siamo quindi allontanati dagli edifici e siamo andati in una piazza dove c'era un giardino. Lì abbiamo passato tutta la notte.
Al mattino, dopo aver recuperato i nostri bagagli che erano rimasti nel nostro alloggio, abbiamo quindi raggiunto l'aeroporto solo che adesso è difficile trovare un volo", ha spiegato un'altra. Intanto si continua a scavare, con la consapevolezza che il bilancio dei morti è destinato ad aggravarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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