La vita notturna a Brooklyn non è più la stessa. Non per mancanza di attrazioni – qualche settimana fa si è esibito Diplo, deejay vincitore di un Grammy – ma per la paura. Parliamo del celebre locale Brooklyn Mirage, situato a East Williamsburg, tra una ferrovia e una discarica, tra depositi di legname e negozi di pneumatici. Nel giro di pochi mesi, tre uomini usciti da quella discoteca e dal vicino Knockdown Center sono stati trovati senza vita: John Castic, Karl Clemente e Damani Alexander. Nessun collegamento – per il momento – ma in rete sono emerse teorie da film horror: a Brooklyn ci sarebbe un serial killer.
“Non veniamo mai a soli e non ce ne andiamo mai da soli”, la confessione di un trentenne – cliente abituale del Brooklyn Mirage – ai microfoni del New York Times: “Questa è una zona industriale. Non sai mai chi c’è”. I corpi dei tre uomini sono stati rinvenuti vicino a un torrente urbano: due di loro erano al Brooklyn Mirage, il terzo al Knockdown Center. Nei video pubblicati sui social, a partire da TikTok, e nei forum in stile Reddit sono comparse teorie sulla presenza di un serial killer attivo nella zona. Persino un popolare podcast di Los Angeles ha lanciato il sospetto: “C’è un serial killer a Brooklyn”. Secondo la polizia non ci sono prove di omicidio nei casi di John Castic e Karl Clemente, avvenute nel 2023 e derubricate come annegamenti. La causa della morte di Damani Alexander, avvenuta questa estate, invece è ancora ignota. Nei primi due casi le indagini sono state chiuse, ma ci sarebbero delle zone d’ombra e le famiglie sono pronte a lottare per la verità. Le risposte della polizia sono insufficienti, la versione dei cari delle vittime.
27 anni, Clemente era un manager in un’agenzia pediatrica di New York. Era andato al Brooklyn Mirage con un gruppo di amici, ma all’entrata del locale era stato fermato dai buttafuori perché troppo ubriaco. Giorni dopo era stato trovato vicino al Newtown Creek, un torrente urbano che sfocia nell’East River. Castic invece era un analista a Goldman Sachs ed era andato al Brooklyn Mirage per un concerto. A un certo punto, aveva detto agli amici di non sentirsi bene e avrebbe chiamato un Uber per tornare a casa. Finita la corsa, avrebbe vagato per un’ora e venti: l’ultima immagine vicino allo stesso torrente. Le analisi hanno confermato l’assunzione di ketamina.
L’ultima morte sospetta è quella di Damani. Il trentenne, addetto alla sicurezza in un night club di Manhattan, poco prima di morire aveva rivelato a un amico di essere al Knockdown Center e di sentirsi in pericolo. “Penso che alcuni tipi vogliano uccidermi, mi stanno aspettando fuori”, i suoi sms.
Nessun segno di violenza, ma tracce di cocaina e alcol, ma non a sufficienza per ipotizzare un’overdose. Tre casi che hanno spinto il popolo della rete ad alimentare l’ipotesi di un serial killer. Ma per il momento si tratta solo di una congettura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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